Il Governo lo ha annunciato fin dalla campagna elettorale. All’Italia serve una riforma pensioni che porti al superamento della Legge Fornero. Una Legge troppo rigida e con troppi paletti che per troppi anni ha avuto bisogno di misure sperimentali. Questo per garantire flessibilità in uscita.
Con una riforma pensioni si vuole eliminare definitivamente l’utilizzo di misure temporanee e a scadenza. Ed inserire una flessibilità in uscita che accontenti tutti, compresi i sindacati, oltre che i lavoratori. Con un’occhio, ovviamente alle esigenze del lavoratore sia personali che di salute. E implementando la previdenza integrativa. Senza dimenticare la staffetta generazionale per aprire il mercato del lavoro ai giovani.
Riforma pensioni 2023, sarà una cosa graduale
Ma la riforma pensioni anche se studiata nel 2023 ed in vigore nel 2024 non porterà a scossoni e scaloni. Entrerà gradualmente in vigore, con misure ibride che faranno da ponte tra quelle attualmente in vigore e quelle che le andranno a sostituire.
Insomma non ci aspettiamo grossi cambiamenti nel 2024.Scadrà la quota 103, al suo posto sarà prevista molto probabilmente una quota 41 ibrida legata all’età. Tutto questo per arrivare nel 2025/2026 o entro fine legislatura ad una quota 41 secca. Ovvero l’uscita con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età.
Fino ad allora si avranno a disposizione ancora tutte le misure strutturali che ci sono oggi, ovvero:
- pensione di vecchiaia a 67 anni con 20 anni di contributi;
- pensione anticipata con 41/42 anni e 10 mesi di contributi;
- quota 41 per precoci con profili di tutela;
- quota 97,6 per lavoratori usuranti;
- pensioni contributive a 64 e 71 anni.
Una legge che entrerà in vigore in punta di piedi
Quello che fa pensare delle parole del Ministro Calderone è che si tratterà di una riforma che non entrerà come uno spazzaneve come ha fatto la Legge Fornero. Dall’oggi al domani tutto cambiato, esodati, requisiti più rigidi ecc…
Si tratterà di una riforma che non provocherà scossoni e che entrerà nella vita dei lavoratori, molto probabilmente, in punta di piedi. Senza quasi che nessuno se ne accorga.