Entrati nella stagione autunnale, il tema più caldo è la riforma pensioni. A dominare la scena e fomentare discussioni è la flessibilità in uscita, necessaria per andare a colmare la Quota 100 in scadenza il 31 dicembre 2021. Una volta stabilito il pensionamento della celeberrima Quota 100, occorrerà necessariamente un’altra misura in grado di garantire il gradone di cinque anni che verrebbe a crearsi ripristinando esclusivamente la legge Fornero.
Quota 100: le proposte messe sul piatto dai sindacati per sopperire all’eliminazione
Durante gli incontri programmati si sta cercando il compromesso ideale tra i diritti dei lavoratori e la sostenibilità della misura. I sindacati confederati, Cgil, Cisl, e Uil hanno messo sul piatto varie proposte. La più recente consiste in due differenti meccanismi, uno per i cosiddetti lavoratori gravosi e l’altro per la categoria generale.
Per i lavoratori gravosi la manovra sarebbe una specie di quota 98 o quota 99 che dovrebbe prevedere il compimento del 62esimo anno di età, lo stesso della quota 100, ma con appena 36 anni di contributi. In tal caso sull’assegno previdenziale non inciderebbero penalizzazioni o comunque lo farebbero in maniera minima.
Le piste più battute
Per la generalità dei lavoratori, invece, si pensa ad una quota 101, che comprenderebbe tutti coloro che non figurano nella suddetta categoria, per cui servirebbero almeno 64 anni di età unitamente a 37 anni di contributi.
Nella fattispecie, anche se il vincolo anagrafico d’accesso è superiore di quello stabilito con la quota 100, sono previste pure penalizzazioni percentuali o decrementi a causa di un ricalcolo contributivo dell’assegno. Così facendo si cerca di decrementare lo scalone di 5 anni che genererebbe la scadenza della quota 100. Per alcuni sarebbe uno scalino di appena un biennio visto che, anziché a 62, potranno accedervi a 64 anni.