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Pensioni, in arrivo assegni più bassi: per colpa di chi?

Con il 2020 ormai agli sgoccioli, è tempo di azzardare previsioni sul prossimo anno. Fin dal principio tantissimi percettori di pensioni dovranno fare i conti con spiacevoli novità, vale a dire tagli sul rateo mensile.

Decurtazioni sulle pensioni a partire dal 1° gennaio 2021: ecco perché

A partire dal 1° gennaio del 2021 gli importi dei trattamenti previdenziali subiranno decurtazioni di un certo rilievo per effetto della revisione dei coefficienti di trasformazione. Il taglio interesserà la quota contributiva che subirà riduzioni tra lo 0,33 per cento e lo 0,4767 per cento fino a toccare lo 0,7216. Ma perché dovrebbe venirsi a creare tale situazione? Secondo quanto comunicano gli esperti in materia gli assegni Inps più contenuti dipendono essenzialmente da due fattori:

  • la caduta del PIL;
  • la crisi economica. 

Insomma, il periodo di crisi in cui si trova l’Italia e il resto del mondo a causa del Coronavirus avrà un impatto pure sugli ex lavoratori. Che sicuramente non accoglieranno di buon grado la notizia, tant’è che più di qualcuno ha già fatto sentire la sua voce. 

Al di là dei tagli che incideranno sulle quote contributive, bisogna, insomma, prendere in analisi anche l’impatto negativo sulle pensioni della sfavorevole congiuntura economica degli ultimi mesi. Purtroppo l’anzianità contributiva non è l’unica variabile di cui prendere atto nell’aumento o nella diminuzione dell’assegno complessivamente corrisposto. Con il calo delle risorse a disposizione, l’esecutivo può agire pure in tal proposito.

Di conseguenza, non si può ritenere al riparo da eventuali tagli neppure chi ormai possiede un montante contributivo elevato, accumulato nel corso di decenni di carriera. E ciò poiché l’ammontare del rateo viene calcolato pure in riferimento alle oscillazioni del PIL (Prodotto Interno Lordo) negli ultimi cinque anni. Proprio in ragione di tale fattore si prevede che siano arrivo assegni più bassi erogati dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. 

L’epidemia da Coronavirus ha provocato un dissesto finanziario pesante poiché ha imposto una battuta d’arresto improvvisa delle attività lavorative e produttive. La diffusione dei contagi ha indotto all’assunzione dei provvedimenti e con i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri diversi fondamentali settori hanno visto quantomeno fortemente limitata la propria libertà.

Il primo esempio, quello che ha di sicuro alimentato maggiormente le discussioni, è il ramo della ristorazione e dei bar. Tuttavia, non è il solo e con il nostro Paese piombato nell’ennesimo lockdown si registreranno novità pure sul fronte delle pensioni. 

L’andamento negativo del Prodotto Interno Lordo potrebbe determinare di qui a breve una riduzione delle pensioni corrisposte. Per misurare l’entità non è infatti possibile prescindere dall’adeguamento al PIL.

Se l’intero Stato accusa contraccolpi, inevitabilmente lo stesso trattamento previdenziale paga pegno, in modo più o meno rilevante. Inoltre, l’epidemia da Covid-19 è intervenuto a complicare ulteriormente la situazione.

Il principio di solidarietà non può venire meno

Tra i principi cardine su cui si fonda la nostra Costituzione, quella di un Paese democratico e solidale, c’è anche il sostegno ai nuclei familiari più fragili. Le riduzioni dell’assegno non intaccheranno gli assegni corrisposti nel 2020, ma in tempi brevi potrebbero tradursi in realtà dato che si registra una caduta del Prodotto Interno Lordo dell’8,9 per cento.