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Via alle domande di quota 103, la pensione anticipata 2023 per chi ha 62 anni di età ed ha 41 anni di contributi.

Pensioni anticipate nel 2021, ecco chi può uscire dal lavoro senza limiti di età

Se c’è un sistema previdenziale strettamente collegato a limiti anagrafici quello è senza ombra di dubbio il sistema previdenziale italiano. Infatti il nostro sistema è completamente basato sull’età pensionabile.

Ed anche le misure di pensionamento anticipato che ogni anno vengono studiate, proposte ed a volte emanate, hanno una determinata età di uscita dal lavoro. È così per quota 100, per l’Ape, per Opzione donna e naturalmente per la pensione di vecchiaia ordinaria e le sue deroghe (Opzione Dini e deroghe Amato).

Ma nel nostro sistema esistono anche misure che non prevedono il raggiungimento di una determinata età pensionabile. E sono misure strutturali, che pertanto, potranno essere sfruttate anche nel 2021.

Pensione anticipata 2021, requisiti congelati

Anche nel 2021 saranno molti i lavoratori a lasciare la loro attività per accedere alla pensione anticipata ordinaria. Non ci sono distinzioni di attività lavorativa, perché la pensione anticipata riguarda i lavoratori dipendenti del settore privato, i lavoratori dipendenti del Pubblico Impiego, i lavoratori autonomi e così via.

Con la pensione anticipata nel 2021 si potrà uscire dal lavoro nel momento in cui si completano 42 anni e 10 mesi di contribuzione versata. Se il lavoratore è di sesso femminile invece, sono necessari 41 anni e 10 mesi di contributi accreditati. Nessun limite di età quindi per quella che è la misura di pensionamento anticipato principale del nostro ordinamento.

I requisiti 2021 restano i medesimi validi fino al 31 dicembre 2020. Infatti è stato deciso il congelamento dei requisiti fino al 31 dicembre 2026. Nessun incremento dei requisiti per via dell’aspettativa di vita, questo ciò che è stato deciso.

La decorrenza della prestazione però, non è quella classica, cioè dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si raggiungono i requisiti. Infatti se da una parte si è bloccato l’incremento del requisito contributivo per le aspettative di vita, dall’altro si è introdotta la soluzione finestre mobili. La pensione anticipata decorre dopo 3 mesi da quello in cui si centra il requisito dei contributi versati.

Va sottolineato che dei 42 anni e 10 mesi di contribuzione accreditata per gli uomini, o per i 41 anni e 10 mesi che servono per le donne, occorre averne almeno 35 anni di effettivi da lavoro.

Pensione anticipata quota 41

Ma c’è una misura strutturale che è ancora più vantaggiosa in termini di uscita dal lavoro rispetto alla pensione anticipata ordinaria. Ed è anche in questo caso una misura che non prevede limiti di età. Si tratta di quota 41, che come è facile intuire, prevede il pensionamento una volta raggiunti i 41 anni di versamenti e senza collegamenti anagrafici.

Anche per la quota 41, fino al 2026 nessun incremento dei requisiti per l’aspettativa di vita e finestra mobile di 3 mesi per la sua decorrenza. Rispetto alla pensione anticipata però, la pensione con quota 41 non è una misura aperta alla generalità dei lavoratori.

La misura è destinata a determinate, particolari e circoscritte categorie di lavoratori. Ed anche dal punto di vista dei requisiti, oltre alla soglia di contributi previdenziali accreditati, sono necessari anche altre condizionalità.

La misura può essere appannaggio di chi svolge attività lavorative che rientrano tra i lavori gravosi. Sono quindici queste attività previste dal nostro ordinamento e cioè:

  • Conciatori di pelli e pellicce;
  • Addetti ai servizi di pulizia;
  • Facchini;
  • Camionisti e conducenti di mezzi pesanti in genere;
  • Macchinisti dei treni e personale viaggiante ferroviario;
  • Guidatori di gru o conduttori di macchinari per la perforazione nelle costruzioni;
  • Infermieri e ostetriche che operano su turni nelle sale operatorie e nelle sale parto;
  • Maestre e maestri  di asilo nido e  scuola dell’infanzia;
  • Operai edili e manutentori di edifici;
  • Operatori ecologici;
  • Addetti alla cura di persone non autosufficienti;
  • Siderurgici;
  • Marittimi;
  • Pescatori;
  • Braccianti agricoli.

L’attività gravosa deve essere stata svolta in 7 degli ultimi 10 anni di lavoro o in 6 degli ultimi 7 anni. Dei 41 anni di contributi necessari, come per le pensioni anticipate ordinarie, anche quota 41 prevede il versamento minimo di 35 anni di contributi effettivi. Va ricordato che quota 41 è destinata ai precoci. Infatti sempre in relazione ai 41 anni di contributi utili, almeno un anno deve essere stato versato prima dei 19 anni di età anche se in maniera discontinua.

La quota 41 è destinata anche a invalidi. Infatti possono sfruttare la misura i lavoratori che hanno una disabilità certificata dalle competenti autorità, pari ad almeno il 74%. Lo stesso per i cosiddetti caregivers. Infatti chi da almeno 6 mesi prima della presentazione della domanda, assiste un familiare disabile con almeno il 74% di invalidità accertata, può uscire dal lavoro una volta completati i 41 anni di contributi versati.

E tale facoltà è appannaggio pure dei disoccupati, cioè di coloro che hanno perduto involontariamente il loro lavoro, e che da 3 mesi sono senza Naspi. I tre mesi partono sempre dalla data di presentazione della domanda di pensione.