La pensione casalinghe è conseguibile, pagando contributi all’apposito fondo istituito dall’Inps, a 57 anni e con appena cinque anni di anzianità contributiva. Ma riguarda solamente chi, tramite i propri versamenti, matura un assegno pensionistico di almeno 1,2 volte il trattamento minimo INPS. In alternativa è possibile percepirla al compimento dei 65 anni, indipendentemente dall’importo.
Il versamento minimo per vedersi riconoscere un mese di copertura assicurativa è leggermente superiore a 25 euro mensili; mentre quella di un anno è di poco più di 310 euro mensili. Tanti si lasciano confondere dalle indicazioni ritenendo, erroneamente, che versando 25 euro per 5 anni al raggiungimento dei 57 anni avranno la facoltà di richiedere la pensione di vecchiaia. In realtà, le cose stanno diversamente. La pensione casalinghe viene calcolata con il sistema contributivo e, di conseguenza, la somma corrisposta varia in base ai versamenti effettuati.
Pensione casalinghe: quanto si riceve con il versamento di 25 euro al mese
Con 5 anni di contributi versati al minimo, cioè di 25 euro al mese, si riceve un trattamento di poco superiore ai 5 euro al mese. Il calcolo è semplice e di facile comprensione: versando 310 euro per 5 anni risulta un montante contributivo di 1.550 euro. A questo montante va poi applicato il coefficiente di trasformazione inerente all’età (57 anni) che è pari a 4,186 per cento. La pensione annua spettante ammonta a 64,8 che, dividendo per 12, restituisce 5,4 come risultato: la pensione mensile.
In definitiva, la pensione casalinghe può definirsi vantaggiosa solamente qualora si scelga di versare ogni mese una cifra adeguata e per un certo numero di anni. Il rischio è altrimenti di incassare un corrispettivo insufficiente alle proprie esigenze.