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Pensione anticipata

Pensione anticipata senza scatti: la proposta

Su come il sistema pensionistico italiano vada riformato ognuno perora la propria idea, la propria corrente di pensiero. Chiaramente, però, ci sono opinioni e opinioni, di semplici cittadini oppure di gente che dei numeri fa il suo pane quotidiano. Per questo è interessante conoscere il parere espresso dall’economista Alberto Brambilla sulla pensione anticipata.

Pensione anticipata: caso unico nel suo genere

Brambilla, anche presidente di Itinerari Previdenziali, è dell’avviso che l’indicizzazione delle pensioni anticipata vada eliminata. E fa riferimento alle prestazioni esclusivamente basate sui contributi versati. Secondo lui, infatti, non esiste al mondo un sistema che adegui l’anzianità di servizio. In buona sostanza, sì all’indicizzazione che aumenta l’età pensionabile, ma no a quella inerente ai contribuenti necessari per accedere alla pensione anticipata. 

Inoltre, nell’intervista concessa a PMI.it, Brambilla teorizza una specie di quota 102 che dia modo di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro all’età di 64 anni per chi ha maturato almeno 37 o 38 anni di contributi. La misura non dovrebbe fra l’altro contemplare penalizzazioni. Affinché ciò abbia effettivamente luogo servirebbe rivedere la riforma Fornero, che in 9 anni di vita ha imposto numerosi interventi.

Fardello insostenibile

Le continue misure correttive hanno costretto il Governo italiano a orientarsi in una giungla di leggi, pur di non affrontare una nuova riforma previdenziale. A detta di Brambilla ci sarebbe il bisogno di una che, una volta varata, consenta di non dover più intervenire in materia per almeno un decennio. 

L’aspettativa di vita per gli uomini è di 83 anni e per le donne di 86 anni. Se si accede alla pensione anticipata con un’anzianità contributiva di 30 anni e si pretende di andarci a 62 anni, ci si aspetta almeno 20/22 anni di prestazione riconosciuta. E ciò – ha concluso Brambilla – non sarebbe affatto sostenibile dal nostro Paese.