Per accedere alla pensione di vecchiaia occorre rispettare due requisiti imprescindibili:
- aver compiuto i 67 anni di età;
- aver maturato, contestualmente, almeno 20 anni di anzianità contributiva.
Le condizioni vanno entrambe rispettate, in caso contrario l’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) non concede il diritto di avvalersi del trattamento pensionistico. Dunque, così come chi ha un’anzianità contributiva pari a 20 o più anni ma non i 67 anni di età deve attendere per potersi pensionare, lo stesso discorso vale per chi, al raggiungimento dei 67 anni di età, non raggiunge il requisito minimo contributivo deve proseguire l’attività lavorativa per accedere alla pensione di vecchiaia.
Pensione a 69 anni
Un utente ha scritto al portale Pensioniefisco.it alla ricerca di delucidazioni sulle condizioni della propria compagna. A luglio 2021 avrebbe maturato 20 anni di anzianità contributiva, con 69 anni di età. Il dubbio esposto dal lettore è se possa andare liberamente in pensione o se invece abbia l’obbligo di mandare apposito preavviso al datore di lavoro, ossia debba comunicarglielo in anticipo.
Ebbene, la risposta esatta è la seconda. Per avere diritto al trattamento pensionistico la compagna del lettore deve avanzare domanda di pensionamento all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) con almeno cinque o sei mesi di anticipo rispetto alla data d’inizio della pensione, che verrebbe riconosciuto a partire dal 1° agosto del 2021.
Dopodiché, sempre la compagna, ha il compito di presentare le proprie dimissioni al datore di lavoro, con decorrenza 31 luglio 2021, rispettando, allo stesso tempo, pure il preavviso obbligatorio stabilito dal contratto di lavoro sottoscritto con il datore.
Insomma, la richiesta di accesso alla pensione va presentata già nei primi mesi dell’anno nuovo, del 2021; mentre per la comunicazione ufficiale al datore di lavoro per le proprie dimissioni c’è più tempo, nel senso che c’è la possibilità di notificarlo al datore di lavoro anche qualche mese prima del pensionamento. Date le circostanze specifiche la mossa migliore è quella di parlare con il datore di lavoro e farsi comunicare il preavviso richiesto e, solamente in un successivo momento, presentare le volontarie dimissioni.
Cos’è la pensione di vecchiaia e come si calcola
La pensione di vecchiaia è una forma di previdenza introdotta nel lontano 1898, quando la Cassa Nazionale di Previdenza, finanziaria dai contributi dei suoi iscritti, per tutelare il contribuente e la sua famiglia erogava prestazioni di natura economica. Ancora oggi consiste nella prestazione economica erogata con cadenza mensile dall’INPS ai lavoratori dipendenti e autonomi. Gli iscritti alle singole casse professionali o ad una assicurazione come quelle collegate all’INPS – qualora abbiano raggiunto precisi requisiti anagrafici, contributivi e assicurativi – maturano il diritto a percepire la somma.
La pensione di vecchiaia la si calcola con il metodo di calcolo contributivo per i lavoratori che, al 31/12/1995, non abbiano anzianità. Per gli iscritti a tale data continuano a convivere i sistemi retributivo e misto. Per usufruirne occorre che, al 31 dicembre 1995, l’anzianità contributiva del lavoratori in questione sia inferiore a 18 anni ed egli possa farne valere una di almeno 15 anni, di cui 5 dopo il 1995, altrimenti la facoltà di opzione è negata. Per calcolare la pensione di vecchiaia occorre:
- delineare la retribuzione annua dei prestatori d’opera dipendenti, parasubordinati o autonomi;
- applicare il coefficiente di trasformazione al montante contributivo;
- sommare i contributi di ciascun anno che sono da rivalutare in base al tasso annuo di capitalizzazione conseguente alla media variazione quinquennale del PIL (Prodotto Interno Lordo);
- computare i contributi di ogni anno sulla base dell’aliquota di computo.
Dal mese di maggio 2015 l’Istituto di previdenza nazionale mette a disposizione La mia pensione, il simulatore che permette di calcolare il presunto importo della spettante pensione di vecchiaia e di accertare l’importo dei contributi corrisposti dal lavoratore.