Quando si tratta di novità riguardanti la pensione emerge naturale nei lavoratori una paura innata. Connaturata nel loro animo, che, talvolta, è davvero difficile tenere a bada. In qualche modo la previdenza italiana fa sempre un gran discutere, spesso in senso negativo, ma fortunatamente anche in positivo. E stavolta ci sono buone nuove, difatti, a parità di contributi versati, è possibile anticipare la pensione di vecchiaia di ben tre anni, dai 67 ai 64 anni.
Pensione anticipata: le condizioni per ottenerla
La pensione anticipata contributiva dà l’opportunità di eseguire l’accesso a 64 anni con almeno 20 anni di anzianità contributiva. Ma, è naturale domandarsi, se una misura del genere esiste ed è strutturale, perché si tenta di colmare il vuoto lasciato dalla Quota 100, in scadenza? Purtroppo, tale misura non coinvolge un bacino ampio di beneficiari per due ragioni:
- da una parte è unicamente riferita a chi ricade totalmente nel sistema contributivo;
- dall’altra è sancito che l’assegno di pensione spettante sia almeno pari a 2,8 l’assegno sociale (pari a 459 euro mensili per il 2020).
Per rientrare appieno nei parametri del sistema contributivo occorre che i contributi siano stati tutti versati successivamente al 31 dicembre 1995 oppure, in alternativa, che sia possibile ottenere un computo nella Gestione Separata. Comunque in nessuna delle due circostanze sono tantissimi i lavoratori che riescono a rispettare i requisiti necessari.
Per percepire, invece, una pensione di 1.280 euro circa avendo versato appena 20 anni di contributi, occorre aver maturato una carriera con retribuzioni elevate e pure in tal senso non sono moltissimi i lavoratori che avranno modo di soddisfare le condizioni imposte dal nostro legislatore.
Nessun adeguamento all’aspettativa di vita Istat
Ad ogni modo, anche per il 2021 la pensione anticipata contributiva sarà godibile a 64 anni, in quanto non ci saranno adeguamenti all’aspettativa di vita Istat sulle pensioni.