Anche se in rari casi, il pensionamento a 59 anni resta pur sempre possibile secondo quanto stabilisce la normativa previdenziale italiana. Certe misure riguardano esclusivamente le donne, mentre altre consentono la quiescenza pure agli uomini.
Pensionamento a 59 anni: le opzioni disponibili
Sulla pensione di vecchiaia le regole parlano chiaro: si raggiunge al compimento dei 67 anni di età per chi è possesso di almeno 20 anni di contributi. Perciò questa va completamente depennata dalla lista.
A differenza della pensione anticipata, indirizzata agli uomini con 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva (hanno diritto di accedervi coloro che hanno cominciato a lavorare a 16 anni e, senza interruzioni, lo hanno fatto fino al compimento dei 59 anni) e alle donne con 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva (in tal è necessario aver intrapreso l’attività a 17 anni).
La pensione quota 41 è alla portata dei lavoratori che hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 41 anni. Ai lavoratori precoci è richiesto il versamento di almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età. Quindi è riservata a chi ha avviato l’attività a 18 anni.
La minima soglia anagrafica
La minima soglia anagrafica si abbassa a 58 anni con l’opzione donna, la quale impone però la maturazione di almeno 35 anni di contributi. Entrambe le condizioni devono essere rispettate al 31 dicembre 2019.
Relativamente alle prestatrici d’opera del settore privato o autonome con un grado di invalidità pari o superiore all’80% la pensione di vecchia anticipata è accordata a partire dai 56 anni con appena 20 anni di contributi.
Agli uomini tocca, invece, aspettare i 61 anni. Considerando che è necessario attendere una finestra di 12 mesi per la decorrenza del trattamento, la somma spettante verrebbe liquidata rispettivamente a 57 e 62 anni.