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opzione donna, una donna anziana

Opzione donna, come potrebbe cambiare nel 2024?

Opzione donna potrebbe cambiare il prossimo anno, rispetto ad oggi, ecco tutte le modifiche previste o possibili.

Opzione donna, andare prima in pensione

L’ Opzione donna è una forma di pensionamento anticipato straordinario dedicato alle donne. Permette alle lavoratrici dipendenti o autonome con almeno 35 anni di contributi di andare in pensione nel 2023, una volta compiuti 60 anni, o in alcuni casi, anche 59 o 58 anni.

La pensione che spetta con questa opzione è calcolata interamente nel sistema contributivo, ciò vuol dire che l’importo della pensione sarà inferiore, in media, di circa il 30% rispetto alle altre modalità di pensionamento anticipate o di vecchiaia.

Opzione donna, cosa potrebbe succedere?

opzione donna, una persona anziana

La legge di bilancio 2023 ha prorogato la possibilità per le donne di andare in pensione in modo anticipato. Anche se a dire il vero, quello che serve davvero è una riforma sulle pensioni che ancora tarda ad arrivare. Tuttavia secondo gli esperti, l’opzione donna potrebbe essere annullata nel 2024.

Inoltre potrebbe essere assorbito dall’ape sociale. Anche perché i requisiti di entrambi sembrano sempre più gli stessi. l’APE Sociale è corrisposto ogni mese per 12 mensilità nell’anno, fino all’età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia. Ovvero fino al conseguimento di un trattamento pensionistico diretto anticipato o conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.

Una nuova versione sarebbe possibile?

Non si esclude la possibilità di una nuova versione dell’opzione donna. Infatti potrebbe prevedere l’aumento dell’età anagrafica comunque a 60 anni. Ma potrebbe esserci uno sconto per ogni figli fino al limite di 58 anni. In ogni caso i 35 anni di contributi versati rimangono un capo saldo.

Altra idea è la possibilità di uscire a 59 anni dal mondo del lavoro per le lavoratrici a 58 anni per le categorie svantaggiate previste dall’ultima riforma caregiver, invalidi civili e licenziate. Il Ministero del lavoro sembra essere a lavoro per trovare una soluzione sentendo anche i rappresentanti delle associazioni di categoria.