Come non perdere i contributi versati e aumentare l’assegno della pensione? Migliaia di lavoratori li corrispondono inutilmente, cioè senza aver modo di sfruttarli ai fini del trattamento previdenziale. Si tratta di una parte importante della popolazione che a diverse casse lascia denaro e in cambio non riceve alcun riconoscimento economico.
Ci riferiamo principalmente alle donne e ai liberi professionisti, senza una carriera continuativa. Sono loro a pagare il prezzo più alto perché, ad esempio, tanto l’Enasarco quanto l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale non concedono la restituzione degli anni di contributi.
Contributi da versare nell’immediato e per nessun beneficio a lungo termine
Il versamento a vuoto dell’assicurazione obbligatoria pesa al momento e non genera alcun beneficio a lungo termine. Pertanto sarebbe vantaggioso scoprire come non vedersi dilapidare i risparmi e incrementare l’assegno incassato.
La perdita della contribuzione è un problema concreto, realmente avvertito, che tocca perlopiù chi si iscrive alla cassa dei rappresentanti e degli agenti di commercio. La cassa previdenziale dell’Inps, così come dell’Enasarco, non contempla la restituzione del denaro corrisposto.
Dunque si finisce col perdere ingenti somme se non vengono maturati i 20 anni di anzianità contributiva. Il rappresentante o l’agente di commercio che non raggiunge la soglia non ha alcun diritto di pretesa. E ciò perché l’iscrizione all’Enasarco non può chiedere ricongiunzione, cumulo oppure totalizzazione.
Strada a senso unico
Stando a quanto riferisce il Decreto legislativo n. 758 del 1968, l’Enasarco è una misura che aggiunge e integra redditi alla pensione Inps. Detto altrimenti, quest’ultima non si può sostituire con quanto maturato presso la prima. Di conseguenza, l’unica via per recuperare le somme consiste nel proseguire col versare volontariamente la contribuzione. Ma ciò è possibile unicamente a condizione che l’agente o il commerciante smettano di esercitare.