Zone rosse, zone arancioni, zone gialle, ognuna con misure restrittive, regole e limitazioni ben prestabilite. Senza addentrarci nello specifico delle norme che riguardano locali pubblici, negozi, pubblici esercizi e altre attività commerciali colpite dalle varie misure restrittive anti-Covid, le limitazioni riguardano anche i cittadini comuni.
Vige in determinati posti il divieto di uscire dal proprio Comune di residenza. In altri posti è obbligatoria una nuova autocertificazione, come lo era ai tempi del primo lockdown. In questo meandro di regolamenti, divieti, cose che si possono fare e cose che non si possono fare, la semplice spesa di tutti i giorni è possibile farla fuori dal proprio Comune di residenza?
Le zone del governo e le decisioni degli enti locali
Il governo ha deciso di dare un colore ad ogni zona del territorio della Penisola, in base al grado di emergenza, cioè in base al numero dei contagi, agli indici di trasmissibilità del Coronavirus e a determinati altri parametri, come suggerito dai tecnici, dagli esperti e dai virologi a cui il governo ed il Ministero della Salute si appoggiano per stabilire le regole di contenimento dei contagi.
Le zone rosse sono quelle dove maggiormente esiste il pericolo Covid, dove i focolai sono di più e spesso incontrollabili. Le zone arancioni potremmo definirle quelle di mezzo, non altamente pericolose come le rosse e non in situazioni di rischio moderato come lo sono quelle gialle.
Molto poi dipende dalle decisioni delle singole realtà amministrative locali, con governatori di Regione e sindaci dei Comuni che possono in molti casi decidere di inasprire le misure previste dal governo. Infatti è data facoltà ai primi cittadini e ai Presidenti di Regione, se ritengono necessario, essere più draconiani come misure, che comunque non possono mai essere meno rigide di quelle del governo.
La spesa fuori dal Comune, quando si può?
Nelle zone rosse di fatto è vietato uscire dai confini municipali, cioè dal proprio Comune. Serve anche l’autocertificazione. Ma ci sono eccezioni, come per esempio il risparmiare sulla spesa.
Il Dpcm del Presidente Conte, emanato il 3 novembre scorso e in vigore fino al 3 dicembre prossimo, ha deciso di impedire gli spostamenti tra Comuni e Comuni anche nella stessa Regione. Gli unici motivi che possono dare la possibilità di spostamento sono i soliti, cioè i motivi di lavoro, di salute o di comprovata necessità.
Il nodo che da in pratica una deroga al divieto di uscire dal proprio comune è proprio quello delle comprovate necessità. E tra le comprovate necessità c’è proprio il comperare una cosa che nel proprio Comune non si trova o si trova a condizioni di mercato meno favorevoli. Pur se la legge conferma il divieto di spostamento in presenza di un negozio identico a quello che si vorrebbe raggiungere nel Comune limitrofo, ci sono molti sindaci che hanno dato questa facoltà. La motivazione addotta è che così si bloccherebbe la facoltà di risparmio di famiglie che già oggi sono nettamente colpite dalla crisi economica Covid. Un esempio di cui parla il quotidiano “Il Tirreno” per esempio, riguarda la Versilia, zona rossa ma con alcuni sindaci che hanno consentito ai loro concittadini di rivolgersi a negozi della catena Discount in Comuni diversi dai propri. Il tutto per risparmiare sulla spesa quotidiana.