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Pensioni con 15 anni di contributi, con penalità o senza, la guida alle leggi Amato e Dini

Dal 2019 l’età pensionabile è salita di 5 mesi passando da 66 anni e 7 mesi di età a 67 anni. Sono gli effetti dell’aspettativa di vita, che tornerà a far salire le pensioni nel 2023, perché fino a ad allora, la pensione di vecchiaia si centrerà sempre ad età pensionabile fissata a 67 anni.

L’età pensionabile è il limite di età che segna l’uscita dal mondo del lavoro in un determinato Paese, senza considerare misure di pensionamento anticipato e scivoli. In Italia quindi è a 67 anni che si può accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria, ma non solo. Infatti 67 anni è l’età per l’assegno sociale, ma anche per le tre deroghe Amato o l’Opzione contributiva Dini.

In pratica sono i nati nel 1954 quelli che nel 2021 potranno avere accesso a svariate misure pensionistiche legate all’età pensionabile. In linea di massima servono 20 anni di contributi versati, ma grazie alle tre deroghe Amato e all’Opzione Dini, molti potranno avere accesso alla pensione pur senza raggiungere i 20 anni di versamenti contributivi.

Pensione con deroga Amato, quali le possibilità?

Per andare in pensione senza i 20 anni di contributi necessari, e senza virare verso prestazioni assistenziali come può essere considerato l’assegno sociale (che non ha limiti di età), le vie sono sostanzialmente due. La prima è di aspettare i 71 anni, quando la pensione di vecchiaia sarà fruibile anche con soli 5 anni di contributi. La seconda è con le deroghe Amato e l’Opzione Dini, con entrambe le misure che hanno in 15 anni il tetto di contributi necessari.

Sconto contributivo di 5 anni

Con le tre deroghe Amato, la pensione può essere percepita con 15 anni di contributi versati e naturalmente, sempre i soliti 67 anni di età. Ci sono tre deroghe Amato, tutte con particolari e specifici requisiti, oltre naturalmente ai due fissi che sono l’età pensionabile e i 15 anni di contributi.

Prima deroga Amato, la linea di confine il 1992

Lo sconto di 5 anni di contribuzione che si può ottenere con la prima delle tre deroghe Amato è assoggettata alla data di versamento dei contributi. Infatti sono soggetti che rientrano nella prima deroga della legge 503/1992, meglio conosciuta come legge Amato, quelli che hanno  tutte le 780 settimane di contribuzione versata, prima del 1993. I 15 anni di contributi devono essere stati versati tutti prima del 31 dicembre 1992.

Per il calcolo della prestazione i contributi sono validi sono tutti quelli a qualsiasi titolo versati, dai figurativi a quelli da riscatto, passando naturalmente per quelli volontari.  

Il profilo del lavoratore che può rientrare nella prima deroga Amato è quello iscritto al Fondo lavoratori dipendenti o alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi dell’INPS.

Pensione seconda deroga Amato e contribuzione volontaria

La seconda deroga della Legge Amato, consente di andare in pensione con 15 anni di contributi ma a condizione che l’Inps abbia autorizzato il lavoratore e richiedente la pensione, ai versamenti volontari. Una  autorizzazione che deve essere antecedente il 1993. Fattore determinante è l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari e non il loro pagamento, perché non è necessario che il richiedente la pensione abbia iniziato a pagare le rate dei versamenti volontari.

Anche in questo caso sono utili i contributi a qualsiasi titolo versati.

La terza deroga Amato

La terza deroga Amato, riguarda lavoratori con anzianità assicurativa di almeno 25 anni. Serve che il richiedente la pensione abbia versato il primo contributo 25 ani prima della data di pensionamento

E’ necessario anche che i 15 anni di contributi da lavoro dipendente siano stati versati all’Assicurazione generale obbligatoria(Ago) o ad un fondo sostitutivo o esonerativo della medesima. Dei 15 anni di contribuzione versata inoltre, minimo 10 devono essere stati versati per periodi non inferiori alle 52 settimane cadauno, cioè derivanti da lavori non continui.

Opzione Dini con 15 anni di contributi, ma penalizzante

Le deroghe Amato sono prestazioni che non prevedono alcuna penalizzazione. Ma c’è un’altra misura che prevede una uscita con 15 anni di contributi versati, che invece prevede penalizzazioni. È la pensione prevista dalla opzione contributiva Dini. La misura proviene dalla legge 335 del 1995, altrimenti detta Opzione Contributiva.

Con l’opzione Dini è possibile accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi e 67 anni di età,  ma solo accettando un ricalcolo contributivo dell’assegno di pensione e quindi accettando di fatto una penalizzazione di assegno che è particolarmente pesante se sono molti i contributi versati prima del 1996, cioè in epoca retributiva.