Inizieranno ad arrivare già da lunedì 9 novembre i contributi a fondo perduto per le aziende interessate dalle nuove misure restrittive del governo. Con il decreto Rilancio, furono assegnati contributi a fondo perduto per imprese e professionisti in base al calo di fatturato tra aprile 2019 e aprile 2020. Nel decreto Ristori adesso, lo stesso contributo a fondo perduto è stato ripetuto e potenziato alla luce delle nuove misure restrittive che hanno interessato commercianti, artigiani e lavoratori autonomi.
Contributi automatici tramite Agenzia delle Entrate
Ciò che è stato deciso con il decreto Ristori è che il contributo a fondo perduto per le imprese e per le Partite Iva non sarà erogato tramite domanda, bensì in automatico per quanto sono stati beneficiari già del contributo del decreto Agosto.
L’Agenzia delle Entrate tra l’altro è stato già l’ente che ha provveduto a pagare il bonus a fondo perduto del decreto Rilancio.
Il contributo a fondo perduto è appannaggio di professionisti, imprese, aziende che nel 2019 non hanno ricevuto utili, ricavi, fatturati o corrispettivi sopra i 5 milioni di euro. Tra le attività coperte da questo contributo, tutti gli esercenti attività di impresa, anche in forma individuale, titolari di lavoro autonomo e naturalmente con Partita Iva. Il calo di fatturato non è fattore determinante solo per chi ha iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019.
Detto degli inclusi, ci sono diverse cause di esclusione oltre al superamento del tetto dei 5 milioni di euro di ricavi o fatturati. Tra gli esclusi ci sono i soggetti la cui attività sia cessata alla data di richiesta del contributo o soggetti che hanno iniziato l’attività dopo il 30 aprile 2020.
Calcolo del contributo a fondo perduto
Il calcolo del contributo a fondo perduto per le imprese colpite dalla grave crisi economica dovuta alla pandemia è basato sulla differenza di ricavi, corrispettivi o fatturati tra il mese di aprile 2019 ed il mese di aprile 2020.
In pratica si applica una percentuale sulla differenza tra i ricavi dei due aprile, una percentuale differente a seconda degli utili aziendali nel 2019. Quindi, fatturato 2019-fatturato 2020 da la base su cui applicare la percentuale che è pari a:
- 20% per i soggetti con ricavi o compensi inferiori a 400.000 euro;
- 15% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 400.000 euro e inferiori a 1 milione di euro;
- 10% per i soggetti con ricavi o compensi superiori al milione di euro.
C’è un limite minimo di erogazione del bonus da parte di Agenzia delle Entrate. Per le persone fisiche tale limite è fissato a 1.000 euro. Per le società invece il limite è 2.000 euro.
Nuovo contributo decreto Ristori, ecco come funziona
l contributo a fondo perduto spetta a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. La platea dei beneficiari include anche le imprese con fatturato maggiore di 5 milioni di euro (con un ristoro pari al 10% del calo del fatturato).
Per i soggetti che hanno attivato la partita IVA a partire dal 1° gennaio 2019, il contributo spetta anche in assenza dei requisiti di fatturato.
Il contributo non spetta ai soggetti che hanno attivato la partita IVA a partire dal 25 ottobre 2020.
Presentazione delle istanze ed erogazione del contributo
Sul sito istituzionale di Palazzo Chigi viene riportato testualmente che il nuovo contributo a fondo perduto previsto dal decreto Ristori seguirà il medesimo meccanismo del precedente del decreto Rilancio. Per questo, “i beneficiari riceveranno i contributi a fondo perduto con la stessa procedura già utilizzata dall’Agenzia delle Entrate in relazione ai contributi previsti dal decreto Rilancio (decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34)”.
Sul portale del governo si legge che “Il contributo è erogato previa presentazione della domanda per quelle attività che non hanno usufruito dei precedenti contributi (con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate sono definiti i termini e le modalità per la trasmissione delle istanze), mentre è prevista l’erogazione automatica sul conto corrente, entro il 15 novembre, per chi aveva già fatto domanda in precedenza”.
Decreto Ristori, più soldi a fondo perduto
Il decreto Ristori ha implementato le cifre di benefit per ciascun richiedente. Infatti anche per chi otterrà il contributo automaticamente, potrebbero esserci aumenti in base alle categorie scelte nel decreto stesso. L’importo del beneficio varia dal 100% al 400%, cioè come minimo le attività interessate percepiranno lo stesso contributo a fondo perduto ottenuto con il precedente decreto emergenziale. Ma ci saranno anche attività che otterranno il doppio (200%) di quanto percepito con il Dl Rilancio. E alcune arriveranno a percepire addirittura il 400%.
Il decreto Ristori bis, come hanno ribattezzato ciò che è fuoriuscito l’altra notte (tra il 6 ed il 7 novembre) nell’ultimo Consiglio dei Ministri, pare che le percentuali spettanti a molte attività saliranno. Così per esempio, ai bar, che l’ultimo Dpcm del Premier Conte ha imposto, nella seconda versione del decreto il benefit potrebbe essere del 200%, un 50% in più di quanto previsto inizialmente (150% di quanto percepito con il decreto Rilancio).
Alcuni esempi di contributo a fondo perduto
Sul sito del governo ci sono anche alcuni esempi di cosa accadrà adesso per quanto concerne il contributo a fondo perduto. Infatti per i bar, chi ha percepito nel decreto Rilancio 2.000 euro, dovrebbe percepire 4.000 euro. Sul sito istituzionale invece, c’è ancora la versione originale del decreto Ristori, che prevedeva il ristoro al 150% di quanto percepito con il decreto Rilancio, che nell’esempio prevede un indennizzo a fondo perduto di 3.000 euro (nel Dl Rilancio 2.000 euro). Viene specificato infine che per le discoteche, che sono state chiuse dopo i focolai creatisi durante la movida estiva, il ristoro sarà al 400%, e pertanto, se nel decreto Rilancio si è ottenuto un benefit di 2.000 euro, adesso se ne riceverà uno da 8.000 euro.