Il 16 dicembre nuovo appuntamento per i contribuenti italiani con un balzello tra i più odiati, quello dell’Imu. Come prassi ogni anno entro il 16 dicembre va pagata la seconda rata dell’Imposta Municipale Unica, quella a saldo dopo l’acconto versato a giugno. Quest’anno però per via del Covid, il calendario fiscale degli italiani è stato stravolto. Ed anche l’Imu e la scadenza di dicembre sono stati modificati, anche se non per tutti i contribuenti.
Il 16 dicembre quindi, molti italiani saranno chiamati come consuetudine, alla cassa, per il pagamento del saldo Imu 2020, ma c’è anche chi ne sarà esonerato proprio alla luce della grave crisi economica scatenatasi dopo l’avvento della pandemia da Covid-19. Gli esoneri sono stati introdotti dal decreto Ristori che tra l’altro, presenta l’elenco delle attività di fatto esonerate dal versamento.
Imu, chi paga e chi no il saldo di dicembre
La materia tasse è di quelle che sono sempre soggette a discussione, soprattutto in politica e soprattutto adesso che la crisi economica è diffusa a macchia d’olio da Nord a Sud. Proprio ieri è trapelata notizia che nel decreto Ristori 5, potrebbe essere inserito un provvedimento che di fatto potrebbe esonerare dal pagamento delle tasse molte attività e molte Partite Iva che adesso già dovrebbero godere dello slittamento delle scadenze di fine anno, al 30 aprile 2021. E in materia Imu c’è parte della opposizione che chiede una riduzione del 30% dell’Imu dovuta, per la generalità dei contribuenti.
Il tema fiscale mai come in queste ore sta diventando centrale nella discussione politica, con un emendamento alla manovra finanziaria, prodotto da una parte dei parlamentari di Liberi e Uguali e Partito Democratico, che sta facendo discutere.
Si tratta della patrimoniale, una imposta che l’emendamento di cui primo firmatario è Nicola Fratoianni di Leu vorrebbe inserire per tassare quelli che i proponenti chiamano grandi ricchezze. Non sarà una vera patrimoniale come quella che Fratoianni e soci vorrebbero inserire nel panorama normativo italiano, ma anche l’Imu in sé può essere considerata come una piccola patrimoniale.
E proprio l’Imu è una delle imposte la cui scadenza ormai è imminente. Come detto, il 16 c’è da versare il saldo 2020. Per le famiglie la scadenza sembra confermata, perché non si parla di esenzione e nemmeno di slittamento della scadenza. Chi invece potrebbe essere esonerati, sono le attività commerciali e di impresa che più hanno subito la grave crisi economica del coronavirus.
Dai negozi aperti a orario ridotto a quelli chiusi del tutto, dai pubblici esercizi come bar e ristoranti, alle palestre e alle discoteche. L’elenco delle attività che i Dpcm del Premier Conte hanno limitato per contenere i contagi, è lunghissimo. Ed è proprio a questo spaccato del mondo produttivo italiano che il governo ha pensato di cancellare la rata Imu di dicembre.
Esenzione Imu, come funziona
Sull’Imu le critiche sono arrivate al governo, da diversi fronti. Oltre alle opposizioni, anche parte delle associazioni dei consumatori, dei lavoratori e degli imprenditori. “Si tratta, lo ricordiamo a coloro i quali sembrano dimenticarlo di un’imposta che pesa per ben 22 miliardi di euro l’anno e che colpisce le famiglie, il risparmio diffuso, la voglia di investire nell’Italia anziché indirizzare altrove i frutti del lavoro”, questo per esempio l’appunto mosso da Confedilizia e dal suo Presidente Giorgio Spaziani Testa.
L’Imu è un balzello che grava su una enorme fetta di italiani ed ha un impatto in termini di gettito non indifferente. Il governo già nel decreto Agosto e poi con i vari decreti Ristori (ne sono stati preparati già 4 e si parla pure di una quinta versione) ha previsto l’esonero dal pagamento della seconda rata dell’Imu per alcune tipologie di attività circoscritte per codice Ateco. L’elenco di queste attività è previsto nel decreto Ristori Bis, nell’allegato 2. Con il decreto Ristori 4 invece, si è deciso di mettere mani a quell’elenco, allungandolo ed estendendolo ad altre attività, evidentemente e colpevolmente escluse dal precedente provvedimento. L’estensione riguarda i soggetti che non sono proprietari degli immobili ma su cui grava comunque l’onere di pagare l’Imu.
Con il decreto Ristori 4 anche le Partite Iva che rientrano tra le attività a cui si rivolge l’esonero, e che hanno la sede della loro attività in affitto ma su cui sono loro i soggetti passivi ai fini Imu, potranno essere esonerati.
Nello specifico tra le attività inserite nell’ultimo elenco predisposto, ci solo quelle di trasporto (taxi e noleggio auto), gli alberghi, i villaggi turistici, i rifugi di montagna, gli affittacamere, i B&B, i ristoranti, i bar, le gelaterie, le pasticcerie, i cinema, i teatri, le piscine, le palestre e così via dicendo.
Le associazioni dei contribuenti, affiancate anche da parte delle opposizioni di governo cercano di allargare il campo delle esenzioni, magari suggerendo categorie di soggetti da aiutare che magari sono state dimenticate dal governo. Una tipologia di soggetti a cui l’Imu dovrebbe essere cancellata per la rata a saldo sono i titolari di seconde case che adesso sono improduttive perché gli inquilini sono in crisi e non pagano l’affitto e perché c’è pure il blocco agli sfratti proprio in relazione alla situazione emergenziale. E per questi soggetti l’Imu il 16 dicembre al momento è da pagare.
Sempre Confedilizia per esempio dice che l’Imu adesso, “dovrà pagarla anche chi ha l’immobile sfitto, chi lo ha inagibile, chi non riceve il canone da mesi, chi addirittura si è visto requisire l’abitazione o il locale dallo Stato attraverso il blocco degli sfratti”.