Le tasse non hanno mai ispirato simpatia a nessuno. Ma lo scenario è ben più preoccupante oggi, con lo scoppio dell’emergenza sanitaria che ha mandato in crisi numerose famiglie. D’altronde molti settori hanno dovuto finire per chiudere o comunque subire ulteriori limitazioni. Dopo i picchi registrati nei mesi di marzo e aprile, l’aggravarsi della situazione ha spinto il Governo ad adottare il nuovo Dpcm il 24 ottobre 2020, riguardante anche i contributi Inps.
Contributi INPS: chi viene esonerato dal decreto Ristori
Il cosiddetto decreto Ristori approvato dal Consiglio dei Ministri, su proposta del premier Giuseppe Conte e del ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, ha apportato rilevanti novità. Il documento contiene una serie di misure rivolte al ristoro di tutte quelle attività economiche, sia direttamente che indirettamente, colpite dalle recenti restrizioni. Tra le diverse misure adottate per venire incontro ai bisogni della categoria dei lavoratori, una in particolare è meritevole di analisi. Ci riferiamo all’esonero dei contributi Inps (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale). Un provvedimento non destinato a chiunque, bensì ai soggetti appartenenti ai business principalmente tartassati dalle ultime disposizioni.
Una sezione del decreto Ristori si rivolge ai datori di lavoro che, a causa della seconda ondata di contagi da Coronavirus, hanno sensibilmente ridotto o perfino interrotto le relative attività. Tolto il settore agricolo. Per tali categorie di professionisti è previsto l’esonero dei contributi Inps (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) per una durata di 4 settimane, di cui poter beneficiare entro il 31 gennaio 2021. Dunque, nell’arco di questi tre mesi chi è interessato avrà l’onere di presentare apposita richiesta.
A quanto deve ammontare la perdita di fatturato
Naturalmente, affinché l’agevolazione sia riconosciuta, le autorità preposte avranno il compito di verificare la sussistenza o meno della giusta condizione. Più esattamente, l’esonero dai contributi Inps si fonda sulla perdita effettiva di fatturato ed è pari:
- alla totalità (100 per cento) dei contributi previdenziali per i datori che hanno registrato un calo del fatturato pari o superiore al 20 per cento;
- alla metà (50 per cento) dei contributi previdenziali per i datori che hanno registrato un calo del fatturato inferiore al 20 per cento.
Un esonero contributivo è previsto, inoltre, per il settore dell’acquacoltura, della pesca e della filiera agricola. Tutte le aziende che appartengono alle suddette classi e che hanno riportato le conseguenze negative provocate dalla pandemia da Covid-19 hanno la facoltà di richiedere, per il mese di novembre 2020, l’esonero del versamento dei contributi assistenziali da parte dei datori di lavoro.