In seguito all’approvazione del decreto Ristoro, e con l’entrata in vigore del mini lockdown fino al prossimo 24 novembre, si ripresenta il problema delle scadenze fiscali.
Decreto Ristoro: l’appello di Fipe-Confcommercio
Già a partire dallo scorso mese di settembre, il calendario degli appuntamenti tra Fisco e partite Iva è tornato ad essere fitto e pesante. Se l’introduzione di contributi a fondo perduto colpiti dal nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è confermata, dall’altro, in assenza di una moratoria, c’è il rischio che parte del ristoro corrisposto venga impiegato per pagare le imposte.
La Fipe-Confcommercio, Federazione dei Pubblici Esercizi, punta l’attenzione sul bisogno dell’ennesima proroga delle scadenze fiscali nel decreto novembre. La chiusura anticipata alle ore 18 costerà alle partite Iva operanti nel settore della ristorazione 2,7 miliardi di euro. E secondo quanto sottolinea la Fipe, qualora non ci saranno compensazioni economiche adeguate, ciò infliggerebbe il “colpo di grazia” per le attività italiane, con enormi ripercussioni sociali.
Come dichiarato dal sottosegretario al MEF Laura Castelli, è confermata l’introduzione di contributi a fondo perduto; che dovrebbero andare dal 100 al 200 per cento della perdita subita. Sulle novità inerenti al decreto Ristoro non ci sono invece per il momento comunicazioni sul rinvio o meno delle scadenze fiscali.
La domanda anche dal Comitato 4.0
A chiedere una nuova moratoria delle scadenze con l’Agenzia delle Entrate sono poi le società sportive. Il Comitato 4.0 – costituito da Lega Nazionale Pallacanestro, Lega Basket Serie A, Lega Pallavolo maschile, Legabasket femminile, Lega Pallavolo femminile, Lega Pro, Fidal Runcard – presenta la domanda di rinvio delle scadenze e contributi a fondo perduto.
L’appello è unanime, ed ai rappresentanti delle ristorazione e delle associazioni sportive fanno eco tutte le partite Iva obbligatorie alla chiusura parziale o totale. Un pronunciamento del Governo non è finora arrivato. L’unico punto certo è attualmente costituito dallo stop al saldo IMU del 16 dicembre 2020.