La sanatoria delle cartelle esattoriali del Governo fa ormai parte del testo della manovra. Anche se occorre ancora attendere il testo definitivo della manovra, la misura non corre rischi di essere eliminata. Potrebbe cambiare ancora qualcosa, come per esempio l’avvio della rottamazione che sembra slittare al mese di marzo. Oppure potrebbe essere dato potere ai singoli Comuni di prevedere se e come concedere il vantaggio ai loro concittadini per quanto concerne i tributi e le tasse locali (ma anche le multe del Codice della Strada dei Vigili Urbani). Resta il fatto che la sanatoria ormai sembra che avrà due canali diversi di agevolazione. Tutto dipende da importi e data di affidamento al concessionario di un determinato debito.
Ecco la cancellazione d’ufficio delle cartelle esattoriali
Come fu fatto con il decreto Sostegni dal Governo Conte, ecco una nuova cancellazione d’ufficio delle cartelle inferiori a 1.000 euro. All’epoca la cancellazione fu fatta sulle cartelle fino al 2010, adesso invece si passa a quelle fino al 2015. Cancellazione d’ufficio significa che i contribuenti non dovranno presentare alcuna domanda. L’importante è che il singolo debito sia inferiore a 1.000 euro e affidato al concessionario alla riscossione entro il 2015.
Ecco la rottamazione quarta versione
Il secondo perimetro di intervento riguarda tutte le cartelle che non rientrano nella cancellazione d’ufficio. SI tratta di tutte le cartelle, indipendentemente dal loro importo, diventate oggetto del recupero da parte dell’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Le cartelle godranno di un taglio relativo alla loro quota di interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni. Ed il pagamento sarà rateizzabile. La prima rata del piano (o rata unica per chi opta per la soluzione unica), scade il 31 luglio 2023. La seconda invece il 30novembre 2023. In entrambi i casi si deve versare il 10% a rata dell’intero debito scontato di interessi e sanzioni. Le altre 16 rate (il piano arriva a massimo 18 rate trimestrali), vanno pagate entro la fine dei mesi di febbraio, maggio, luglio e novembre di 2024, 2025, 2026 e 2027.