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Auto con fermo amministrativo, ecco come si annulla

Quando si parla di fermo amministrativo di una auto si parla di un evento che riguarda sicuramente moltissimi contribuenti. Si tratta della principale misura adottata dalla Riscossione per costringere il contribuente a pagare i propri debiti tributari. Il fermo amministrativo su una o più auto o su uno o più mezzi di un contribuente, rende auto e veicoli inutilizzabili. Infatti il contribuente che viene scoperto a circolare con una auto o un veicolo sottoposto a fermo, può andare incontro a conseguenze piuttosto onerose dal punto di vista amministrativo.

Ma come si fa a cancellare un fermo amministrativo da un veicolo? Sapere quali sono le vie che permettono al cittadino di ottenere nel più breve tempo possibile la revoca del fermo amministrativo e il correlativo sblocco della auto è uno dei quesiti più diffusi da chi incappa in questo tipo di problematica. Vediamo nello specifico di approfondire questo aspetto, non prima però di aver chiarito cos’è un fermo amministrativo e quando scatta.

Fermo amministrativo auto, cos’è?

Come dicevamo sopra, il fermo amministrativo, chiamato pure “ganasce fiscali”, è un provvedimento che tramite il blocco all’utilizzo di un veicolo, vuole spronare il contribuente a mettere a posti i suoi debiti tributari. Con il fermo amministrativo la vettura resta nella piena disponibilità e nel pieno possesso del contribuente a cui appartiene, ma non può essere usata proprio perché sottoposta ad un provvedimento amministrativo.

È la legge a prevedere il fermo amministrativo. Infatti è stabilito che “il contribuente che abbia un debito di qualsiasi importo con il Fisco e che non lo abbia pagato può ricevere un avviso (cosiddetto preavviso di fermo) dopo che sono passati oltre sessanta giorni dalla notifica della cartella di pagamento o dell’avviso di accertamento esecutivo”. Il preavviso è molto importante perché con questo strumento la Riscossione avvisa il contribuente dell’esistenza del debito fiscale a suo carico e allo stesso tempo comunica al debitore che in caso di mancato pagamento nello stretto giro di 30 giorni dal ricevimento dell’avviso, sul veicolo indicato nell’avviso verrà iscritto il fermo amministrativo.

La normativa vigente prevede che è vietata la circolazione con veicolo su cui è iscritto il fermo amministrativo al Pra. Per chi non adempie a questo divieto e viene fermato mentre circola con un veicolo sottoposto a fermo, può essere assoggettato alla sanzione che va da 1.988,00 a 7.953,00 euro. Ma oltre alla multa, si può incorrere nella revoca della patente e nella la confisca del veicolo. E rispetto al fermo, la confisca è provvedimento ben più grave perché si perde addirittura la proprietà del veicolo.

Come si evita il fermo amministrativo

Quando si parla di togliere il fermo amministrativo non esiste un solo modo. Naturalmente la prima via è quella di eliminare la problematica che lo ha fatto scaturire. Pertanto, andrebbe eliminato il debito, saldandolo integralmente per l’importo indicato nel preavviso di fermo.

Soluzione alternativa invece è il dimostrare che il mezzo è necessario (strumentale) alla propria attività di impresa o alla propria professione, o che serve per la deambulazione e il trasporto di un individuo invalido. Si può anche optare per la rateizzazione del debito, da richiedere all’Agenzia delle Entrate. Se la richiesta viene accolta, il provvedimento di fermo viene congelato. Queste soluzioni, più che togliere il fermo, servono a evitare che il provvedimento vada a compimento, cioè che l’iscrizione arrivi al Pra.

Come si cancella un fermo già arrivato a compimento

Nel caso in cui il fermo amministrativo sia stato già completato, cioè nel caso in cui il fermo amministrativo risulti già iscritto al Pra, il contribuente può ottenerne l’annullamento sempre se paga interamente il debito tributario. La richiesta di rateizzazione, anche se accolta, non fa scattare automaticamente lo sblocco dell’auto, perché servirà pagare l’ultima rata del debito per poter tornare a poter utilizzare liberamente l’auto.

Una volta pagato il debito, sia integralmente ed in soluzione unica che a rate, compresa l’ultima, occorre presentare istanza di sospensione del fermo all’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Fermo amministrativo e vendita o rottamazione dell’auto

Oltre a non poter circolare con un veicolo sottoposto a fermo amministrativo, questo veicolo non può essere ne venduto e nemmeno rottamato. Anche per rottamare un veicolo sottoposto a fermo, occorre provvedere a sbloccarlo, come se lo si volesse di nuovo utilizzare.

Dopo aver pagato il debito ed aver chiesto la cancellazione del fermo, nel giro di una ventina di giorni, il contribuente potrà ottenere tutta la documentazione per poter procedere con la demolizione. Anche per l’eventuale vendita vale lo stesso discorso, perché non è possibile cedere un veicolo con il provvedimento di fermo in atto. Tornando alla rottamazione, l’unica via per poter comunque demolire un veicolo sottoposto a fermo, senza pagare il debito da cui il provvedimento discende, si ha quando si tratta di veicolo fatiscente o inadatto all’utilizzo.

Una casistica questa che riguarda auto incidentate pesantemente. In questo caso il provvedimento di fermo perde la sua valenza di mezzo di persuasione al pagamento nei confronti dei contribuenti indebitati. Il proprietario di un veicolo sottoposto a fermo ma inutilizzabile, non vedrà nelle ganasce fiscali un motivo valido per essere spinto a pagare il debito e pertanto, la rottamazione in questi casi è concessa comunque.