L’assegno unico 2023 è una certezza per le famiglie italiane, ecco come fare per perderlo più alto e senza tagli.
Assegno unico 2023, l’importanza della Dsu
Se c’è qualcosa su cui le famiglie italiane stanno contando è proprio sull’Assegno unico. Introdotto dal Decreto Legislativo 21 dicembre 2021, n. 230, ha sostituito molti tra i bonus destinati ai più piccoli e alla famiglie, mettendo se così si può dire, un pò d’ordine. Tuttavia la manovra, firmata dal Governo Meloni, lo ha reso disponibile anche per tutto il 2023, per le famiglie che hanno minorenni a proprio carico.
Ma resta l’obbligo per tutti i beneficiari di presentare la nuova DSU per il 2023. Elemento essenziale per procedere al rinnovo dell’Isee 2023. Ebbene, la presentazione permette la giusta quantificazione dell’importo. Senza correre in riduzioni o tagli poco graditi. Questo è l’unica cosa da fare, perché non occorre una nuova presentazione, se si è già percepito gli importi nel 2022.
Quando si rischiano i tagli?
Chi ha all’attivo l’assegno unico, cioè approvato ed incassato ogni mese, non ha grossi problemi. Anche acquisire la Dichiarazione Sostitutiva Unica DSU è molto semplice attraverso il servizio online ISEE precompilato e messo a disposizione dall’Inps.
Mentre in assenza di una nuova DSU corretta si rischia che l’importo dell’Assegno venga addirittura diminuito con gli importi minimi previsti, a partire dal marzo 2023. Anche perché proprio quest’anno dovrebbe essere maggiorato degli aumenti Istat e con un aumento pari del 6%-8% circa.
Casi in cui è obbligatorio presentare la domanda
Si ricorda che la domanda per l’assegno unico va presentata in caso di cambiamenti di tipo reddituali. Anche perché la perdita di lavoro o l’aumento del numero dei componenti del nucleo famigliare fa variare l’importo dell’assegno. I casi da segnalare sono:
Rimane pertanto l’obbligo di fare domanda ad esempio in caso di:
- nascita di figli;
- separazione dei genitori;
- variazione delle condizioni del figlio disabile;
- variazioni reddituali o del lavoro svolto;
- modifica della ripartizione dell’importo;
- modifica nelle modalità di pagamento;
- variazione di frequenza scolastica/formazioni dei figli minorenni fino a 21 anni.
Se nulla di ciò è previsto, il contribuenti si troverà accreditato l’assegno unico come da fatto fin ora, solo con un semplice aggiornamento.