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100 euro in più in busta paga: quali lavoratori ne hanno diritto

Nella Legge di Bilancio 2021 varata dal Consiglio dei Ministri ha ottenuto conferma il taglio del cuneo fiscale per il prossimo anno. Con circa 1 miliardo e 800 milioni di euro in più nelle casse, per un complessivo stanziamento annuale di 7 miliardi, il taglio del cuneo viene portato a regime per i redditi superiori ai 28 mila euro. Dallo scorso mese di luglio 16 milioni di lavoratori hanno potuto, inoltre, festeggiare il taglio del cuneo fiscale, che, in sostituzione dell’ex Bonus Renzi da 80 euro, ha portato un incremento in busta paga per il personale dipendente pari a 100 euro, ampliando la platea dei beneficiari.

Sulla base delle promesse fatte pure dal segretario del Partito Democratico (Pd), Nicola Zingaretti, di un raddoppio della cifra a partire dal 2021, si attendevano annunci in merito. 

Busta paga più “ricca” e non solo: la riforma fiscale del 2021

Nel frattempo, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef) prevede, nero su bianco, per il 2020 uno stanziamento di 2,7 miliardi di euro e per il 2021 un ammontare di 5,4 miliardi di euro. Contestualmente il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e la sua squadra di collaboratori sono al lavoro da mesi per realizzare una riforma fiscale di ampia portata, invocata da ormai mezzo secolo. 

La suddetta riforma sarà l’elemento centrale della nuova Legge di Bilancio e probabilmente richiederà 10 miliardi di euro di risorse, che l’esecutivo intende trovare nella lotta all’evasione fiscale e nel taglio alle detrazioni fiscali, in modo da non creare ulteriori deficit. Difatti, come chiarito anche da Paolo Gentiloni, commissario Ue, il titolare del dicastero non potrà disporre del Recovery Fund da 209 miliardi di euro.

Tra i pilastri della Riforma Fiscale 2021 firmata Gualtieri, la semplificazione della materia, volta a ridurre il carico erariale per imprese e cittadini nonché ricostruire un rapporto con i contribuenti.  

Obiettivi impellenti

L’emergenza sanitaria da Coronavirus e gli esiti del lockdown hanno reso tali obiettivi impellenti, che quasi certamente condurranno per il ceto medio a una decurtazione dell’Irpef (imposta di reddito sulle persone fisiche) e per le Partite Iva in un sistema di cassa, come promesso da Gualtieri. In lizza pure una possibile pace e un taglio alle detrazioni fiscali, già avviata con l’assegno universale per i figli, che accorpa 8 tra detrazioni e bonus. 

Per quanto riguarda le coperture sono da escludere particolari sorprese all’orizzonte. Ciò poiché il taglio del cuneo fiscale aiuta i componenti della classe media a compensare quel difetto congenito nel prelievo fiscale, che, com’è risaputo, impone una riconfigurazione della progressività, magari proprio con l’accorpamento da 5 a 4 delle aliquote, attualmente in discussione. 

Più esattamente il taglio Irpef potrebbe riunire al 33 o al 36 per cento le aliquote del 27 e del 38 per i redditi compresi tra i 15 mila e i 55 mila euro, sebbene il ministro dell’Economia appaia maggiormente attratto dal modello tedesco, secondo il quale ogni contribuente ha un’aliquota personalizzata, ma, almeno per il momento, il progetto sembra di difficile attuazione.

La spiegazione dell’INPS

L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) spiega in dettaglio nella circolare n.96 del 21 agosto il nuovo taglio del cuneo fiscale, introdotto con il decreto legge 5 febbraio 2020, convertito, con modificazione, dalla legge 2 aprile 2020, che prevede due distinte agevolazioni fiscali a partire dal 1° luglio 2020, in favore dei percettori di redditi di lavoro dipendenti e assimilati, in sostituzione del Bonus Renzi da 80 euro, abrogato dalla stessa decorrenza. 

Entrando più nello specifico, per redditi di importo complessivamente pari o inferiori a 28 mila euro annui, il riferimento va:

  • al trattamento, pari a 100 euro mensili, del reddito integrativo;
  • a un’ulteriore detrazione di carattere temporaneo dall’imposta lorda pari a 600 euro dal 1° luglio al 31 dicembre 2020, che gradualmente decresce fino ad azzerarsi fino al raggiungimento di un reddito complessivo annuo pari a 40 mila euro. 

L’INPS dà la conferma del taglio del cuneo fiscale 2021, prevedendo il raddoppio della cifra stanziata, relativamente pure a parecchie prestazioni direttamente erogate dall’Istituto in qualità di sostituto d’imposta.  

A chi spetta il bonus busta paga

Tra i beneficiari del trattamento integrativo e della detrazione ci sono i contribuenti che ricevono:

  • redditi di lavoro dipendente;
  • redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, quali: compensi derivanti da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa; indennità e compensi riconosciuti a lavoratori soci delle cooperative; compensi per lavori socialmente utili; remunerazione dei sacerdoti; prestazioni pensionistiche; indennità e compensi corrisposti a lavoratori dipendenti da terzi per incarichi svolti in relazione a tale qualità; borse di studio o di assegni, premi, sussidi per studenti o sottoposti ad addestramento professionale.

Il taglio del cuneo fiscale 2021 contempla pure le prestazioni a sostegno del reddito e di inclusione sociale, quali:

  • l’indennità di disoccupazione NASpI;
  • l’indennità di disoccupazione DIS-COLL;
  • i trattamenti disoccupazione agricola (DS AGRI);
  • l’assegno emergenziale previsto dal Fondo del Credito e dal Fondo del Credito Cooperativo;
  • l’assegno integrativo della mobilità ordinaria previsto dal Fondo del Trasporto Aereo e della durata della NASpI;
  • gli assegni integrativi di misura della NASpI previsti da alcuni Fondi di Solidarietà;
  • assegno per le attività socialmente utili;
  • l’assegno di ricollocazione per i titolari di CIG (c.d. “bonus Rioccupazione”);
  • il congedo facoltativo del padre;
  • congedo obbligatorio del padre;
  • il congedo parentale;
  • crediti da lavoro di cui agli articoli 1 e 2 del D.lgs n. 80/1992 (c.d. ultime tre mensilità) pagati a carico del Fondo di Garanzia;
  • le indennità antitubercolari TBC;
  • le indennità per momentanea inabilità assoluta dei lavoratori assicurati ex IPSEMA;
  • indennità di maternità per congedo obbligatorio;
  • indennità di tirocinio;
  • la malattia;
  • i permessi riconosciuti dalla legge n. 104/1992;
  • le prestazioni di congedo straordinario;
  • tutte le tipologie di integrazione salariale: CIG ordinaria, CIG straordinaria, CIG in deroga, CISOA, assegno ordinario e assegno di solidarietà (dei Fondi di solidarietà bilaterale/Fondo di integrazione salariale).