L’Associazione Nazionale Commercialisti esprime ancora malcontento. In questa occasione, a scaturire la sua piccata reazione ci ha pensato l’INAIL con la circolare n. 35 emanata il 14 settembre e pubblicata il giorno seguente, sull’aggiornamento dei codice F24 inerenti alla rateizzazione dei versamenti, dopo le misure anti-contagio.
Il documento in questione, stando all’ANC, costituisce l’ennesima prova dell’inadeguatezza della Pubblica Amministrazione. Con la massima disinvoltura verrebbe meno al rispetto nei confronti dei cittadini contribuenti e ignorerebbe il lavoro dei professionisti.
INAIL fatta a pezzi dall’ANC
Le dure critiche sono riepilogate nel comunicato stampa pubblicato dall’organizzazione nella giornata di mercoledì 16 settembre. Una data non casuale, coincidendo con il giorno di scadenza dei pagamenti cui la Circolare INAIL fa riferimento.
Dichiarazioni in merito alla vicenda le ha rilasciate il presidente ANC Marco Cuchel. Per un adempimento in scadenza il 16 settembre – ha esordito – l’Istituto comunica l’aggiornamento dei codici sostanzialmente il giorno precedente. Quando i professionisti hanno già predisposto i modelli, consegnati ai contribuenti seguiti per dar loro modo di effettuare il versamento e mantenere così in regola la rispettiva posizione nei confronti del fisco.
Una mancanza totale di rispetto
Cuchel ha poi espresso sbigottimento nel constatare certi comportamenti irragionevoli. Perché non ne vogliono sapere affatto di rassegnarsi ad una PA che, in spregio alle norme, agisce senza minimamente preoccuparsi di coloro – professionisti e contribuenti – che poi ci rimettono per i suoi ritardi e le sue inefficienze.
Così il Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti fa sentire la propria voce, esortando la Pubblica Amministrazione a riparare al danno causato. È secondo lui necessario che, per i modelli già opportunamente elaborati e inviati per la scadenza del 16 settembre, l’INAIL provveda all’abbinamento in automatico dei versamenti con i nuovi codici introdotti. La palla passa ora nella metà campo “avversaria”: l’Istituto nazionale di previdenza accoglierà l’appello?