In questi ultimi mesi, funestati dall’emergenza Coronavirus, tanti proprietari di una casa in affitto hanno riscontrato difficoltà a riscuotere regolarmente il canone di locazione. Ciononostante l’Amministrazione finanziaria non si dimostra granché comprensiva nei confronti di chi ha chiaramente già subito una perdita. Difatti, il Fisco potrebbe bussare alla porta.
Casa in affitto: il Fisco tiene accesi i riflettori
Di fatto, con la registrazione dei contratti viene reso noto l’importo concordato per la locazione e perciò è possibile verificare pure il corretto pagamento delle relative imposte e tasse sulla casa in affitto. Ciò muta pure in relazione alla tipologia di accordo pattuito. Tra i più comuni c’è la cedolare secca, ideale principalmente in caso di affitti brevi e stagionali. Ricorrendovi (una scelta da specificare nella apposita voce dei redditi fondiari della dichiarazione dei redditi), la proprietà verserà un’imposta sostitutiva con un’aliquota pari al 21%.
Per gli studenti universitari fuori sede è prevista una variante agevolata. In tali condizioni, l’aliquota passa al 10%. Dai dati bancari o dalla denuncia degli inquilini, potrebbero emergere contratti di affitto in nero. Pertanto, non registrare il documento non rappresenta certamente la soluzione per impedire all’Agenzia delle Entrate di controllare le tasse pagate e rilevare eventuali errori.
Le priorità di riforma
Lo scoppio della pandemia da Covid-19 ha ulteriormente complicato la situazione dei proprietari di una casa in affitto. Quattro sembrerebbero attualmente le priorità di riforma:
- proroga della cedolare secca pure ad immobili non abitativi;
- cancellazione della tassa sui canoni non percepiti (tuttora valida nel campo degli affitti commerciali);
- intervento sul blocco generalizzato degli sfratti;
- riduzione dell’IMU.
Nel frattempo il Presidente di Confedilizia, Spaziani Testa, ha suggerito come difendersi in caso di accertamenti. Alla pari di molti altri adempimenti fiscali, è preferibili farsi regolarmente seguire da professionisti, specialmente se proprietari di più immobili concessi in locazione. L’importante – ha concluso a ilgiornale.it – è non incappare nella vivace attività interpretativa delle norme.