Perché le aziende italiane sono così restie ad assumere? Perché le tasse sul lavoro ammazzano. Così, il Governo Conte pensa di andare incontro agli imprenditori, per favorire l’occupazione e i cittadini. Mira a sgravi del 50% per 3 anni: per tutte le assunzioni stabili, a prescindere dall’età. L’esonero salirebbe, sempre 3 anni, al 100% se si assumono a tempo indeterminato (apprendistati inclusi) gli under 35.
Va detto che c’è l’attuale incentivo (triennale al 50%) introdotto dalla legge Bilancio: nei primi 6 mesi dell’anno, ha agevolato 40.000 contratti stabili, sulla base dell’ultimo monitoraggio dell’Osservatorio Inps. Se lo Stato non incassa, ha bisogno di sopperire. Come? Per gli sgravi triennali parziali su tutti, e rafforzati per i giovani, si ragiona su una dote iniziale di 5-6 miliardi. Dal Recovery Fund, per il pacchetto lavoro, ci si aspettano 30 miliardi.
In parallelo alle tasse sul lavoro più leggere, servono ammortizzatori sociali: il nuovo meccanismo di tutela e sostegno al reddito si legherebbe alla gravità della crisi aziendale: se una impresa sta per morire, lo strumento di integrazione salariale sarà affiancato da una formazione mirata al lavoratore in uscita. Obiettivo: farlo rientrare nel mercato del lavoro con un percorso verso quello che sono le competenze attese per una sua ricollocazione altrove. Anche per evitare il crollo nella spirale orribile del Reddito di cittadinanza. Se l’azienda sta male ma non rischia la morte e ha necessità di riorganizzarsi, la politica attiva affianca il sussidio: serve una riqualificazione delle risorse.
L’attuale Cig Covid-19 resterebbe fino a fine anno (9 settimane a carico dello Stato, altre 9 con un contributo dell’azienda utilizzatrice), ma potrebbe proseguire (con risorse pubbliche) per quei settori ancora in forte sofferenza. Attenzione. Tutti i settori sono in forte sofferenza. Tranne la politica: stipendi enormi e sicuri a fine mese. Come individuare allora i settori da aiutare con la cassa integrazione?