Per i disturbi gastrointestinali è possibile ottenere permessi e agevolazioni della Legge 104. Un apparato digerente con organi dal cattivo funzionamento è causa di parecchi malesseri, pertanto l’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) ha pensato di intervenire in proposito. I più comuni disturbi provocano sintomi che tutti conoscono, dai dolori addominali al bruciore di stomaco, dalle ulcere alla diarrea. A ciò si aggiungono ulteriori sintomi, strettamente correlati alle patologie appena indicate, ree di determinare spesso una permanente condizione di malessere. In particolare ci riferiamo alla sinusite, alle cefalee, ai dolori toracici, alla tosse e addirittura all’otite, derivanti da croniche forme di reflusso gastroesofageo.
Legge 104: i casi più gravi di disturbo gastrointestinale danno diritto a una tutela
Talvolta i casi più gravi impongono il ricorso a misure assistenziali e al supporto del personale per la cura del paziente. L’infermità e le limitazioni scaturenti dalla vivacità dei sintomi confina il paziente in uno stato di quasi totale dipendenza nei riguardi degli altri. Come spesso capita, questi “altri” sono i familiari e i parenti più vicini, disponibili ad assumersi l’onere di seguirlo. Al contempo, però, non è sempre semplice conciliare ciò con gli impegni di lavoro. Ciò vale specialmente se ci si trova nella delicata situazione di dover far fronte a un parziale stato di invalidità del familiare a cui garantire assistenza e cure.
Di conseguenza, è utile comprendere in che modo ricevere dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale permessi e agevolazioni indicati dalla Legge 104 per i disturbi gastrointestinali e quali sono le necessarie condizioni.
In primo luogo, il riconoscimento dei benefici stabiliti dalla Legge 104/92 dipende dal grado di invalidità che l’INPS assegna al presentante domanda. Solamente in presenza di una riduzione della capacità lavorativa pari ad un terzo c’è la possibilità di inoltrare richiesta per vedersi riconoscere il diritto. In altre parole, andrà incontro a una disciplina legislativa a lui favorevole il paziente con un grado superiore al 33,33 per cento di invalidità.
Le principali patologie
Le patologie che, dopo l’accertamento medico, ottengono un punteggio volto ad attestare la compromissione dell’abilità professionale, sono parecchie. Per avere un quadro completo e dettagliato sulle percentuali di inabilità associate vi invitiamo a consultare le tabelle disponibili sul sito ufficiale INPS.
Le principali forme di disagio riguardano:
- le cirrosi epatiche di classe A e B;
- l’acalasia esofagea con disfagia completa e costante;
- la stenosi esofagea di entità media;
- l’epatite cronica;
- i disturbi infiammatori;
- la sindrome da malassorbimento enterogeno;
- la celiachia refrattaria alla dieta senza glutine.