Conservare i soldi in casa è ancora per alcuni contribuenti la soluzione migliore, in quanto non hanno la benché minima fiducia negli istituti postali o bancari. Piuttosto di frequente capita che qualcuno conservi in un posto nascosto e sicuro dell’abitazione pure somme cospicue. Ma, anche in presenza di un gruzzolo più modesto, la fantasia “galoppa selvaggia”, alla ricerca di un luogo particolare che tenda a passare inosservato:
- sotto il materasso;
- in una scarpa;
- dietro la cella frigorifera;
- sotto una mattonella mobile;
- nel sottoscala;
- fra i libri degli scaffali più alti;
- ecc.
Insomma, sono innumerevoli i possibili nascondigli a cui si ricorre per custodire mazzette di banconote e sottrarle così allo sguardo dei malintenzionati.
Soldi in casa: gli svantaggi correlati
Chi intende usare l’appartamento come personale forziere in cui celare contanti dovrebbe, però, raccogliere informazioni sui relativi svantaggi. La diffidenza nei confronti dell’istituto bancario e il timore di prelievi forzosi o di un fallimento comportano comunque perdite e costi. Più che guardarti le spalle da eventuali ladri e truffaldini, medita sui danni arrecati dall’inflazione ai tuoi risparmi nel giro di qualche anno.
Il valore nominale è immutato, non il potere d’acquisto
Sulle perdite che il denaro subisce a causa dell’inflazione ha dedicato uno studio AdviseOnly. Dai risultati pubblicati dall’indagine si scopre che, chi nasconde 10 mila euro in casa, se ne ritrova con 8.750 dopo appena dieci anni. Mentre il valore nominale è immutato, il potere d’acquisto si riduce di quasi il 40%.
Si riduce in misura rilevante ciò che è comprabile con lo stesso ammontare di denaro, pertanto vale la pena prendere in esame i margini di perdita. In un lasso temporale più breve, di 5 anni, la riduzione del potere di acquisto è lievemente inferiore, attestandosi attorno al -3,3%. Dunque, i 10 mila euro risparmiati dopo un quinquennio diventano 9.670 euro.