La maggiore parte delle volte capita che ad una valutazione medica per legge 104, l’esito non definisca la reale situazione patologica del cittadino, riconoscendo una percentuale inferiore, che non consente di accedere al trattamento favorevole. Secondo quanto sancisce il quadro normativo, la commissione sanitaria atta alla verifica delle condizioni espleta le seguenti attività:
- accertare l’invalidità e mutilazione, prendendo anche in considerazione lo stato di minorazione;
- vagliare l’eventualità di ridurre lo stato di minorazione attraverso adeguati interventi riabilitativi e la possibilità del richiedente, qualora le complicazioni di salute impediscano la frequenza dei corsi di addestramento;
- esaminare l’opportunità di svolgere ulteriori prove psico-diagnostiche così da rilevare l’effettiva invalidità.
Legge 104: i diritti riconosciuti
Alla visita bisogna presentarsi con idonea e recente documentazione di tutte le patologie di cui il richiedente è colpito. È diritto di costui far presenziare all’incontro il medico di famiglia o uno specialista di fiducia che sia in grado di illustrare il quadro clinico del paziente alla commissione.
Una volta compiuta la propria analisi, le persone chiamate a giudicare redigono un verbale con la “sentenza” finale, che sarà spedita al paziente tramite posta. Se la pronuncia non rispecchia la vera invalidità o riporta un handicap inferiore rispetto a quella reale si stagliano due opzioni:
- inoltrare la domanda di revisione;
- chiedere l’accertamento tecnico preventivo.
Accertamento tecnico preventivo: che cos’è, la scadenza
La seconda ipotesi consiste nel sottoporsi ad una nuova visita in modo da stabilire il peggioramento della patologia. La revisione è ammessa esclusivamente nel caso in cui siano intercorsi dei cambiamenti. Di solito ciò avviene quando si registra un aggravamento.
Il ricorso va presentato entro 6 mesi dalla data di pronunciamento da parte della commissione medica. Mediante tale iter il giudice dispone la nomina di un Consulente Tecnico d’Ufficio, avente la responsabilità di verificare la correttezza della diagnosi compiuta.