L’Unione europea con le nuove direttive sta minacciando diversi settori in Italia, vediamo nel dettaglio di cosa si tratta
Minacce all’Italia, la casa green
L’Italia, come tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, ne riceve le direttive e le fa proprie. Ma a volte queste direttive vanno a colpire alcuni paesi più duramente rispetto che altri. Tra queste c’è la folle direttiva dell’Unione che impone un miglioramento energetico degli edifici.
In particolare, la direttiva Europea impone che, entro il 2023, tutti gli immobili debbano avere una classe energetica a partire dalla D. Una decisone che però è molto dannosa per il nostro Paese, fatto di piccoli borghi di interesse storico e di patrimonio inestimabile. Da un lato si rischia di deturpare le bellezze di famosi edifici storici, dall’altro avere un costo per l’ammodernamento molto elevato.
Minacce all’Italia, anche dal settore auto
Le decisioni europee riguardano anche il settore delle automobili. Infatti è previsto lo stop alla vendita di auto con motori a benzina e diesel in Europa nel 2035. La deroga di un anno arriva solo per i produttori di auto di lusso come Ferrari, Lamborghini e Maserati, considerati “piccoli produttori” perché producono meno di mille veicoli all’anno.
Purtroppo non si è tenuto conto della storia dei grandi marchi automobilistici italiani e dell’intero settore. Oltre al fatto che dovranno affrontare ingenti investimenti per permettere il miglioramento, c’è anche il pericolo di essere totalmente assoggettati alla Cina per gli approvvigionamenti di litio e cobalto. Un pò come le preoccupazioni avute in questi due anni in merito alla dipendenza del petrolio dalla Russia.
Difficoltà anche sul mercato alimentare
La commissione europea infine ha sdoganato l’immissione sul mercato di prodotti ricavati dagli insetti. Esattamente l’opposto a cui punta l’Italia, cioè un’alimentazione sana e una produzione basata sulla valorizzazione delle produzioni agricole e zootecniche. Sembra una vera e propria battaglia contro l’Italia, la sua storia, cultura ed economia sono a rschio, e anche molto, a causa di quese scelte europee che poco tengono conto delle differenze di ogni singolo Stato membro.