La lira ci ha accompagnato fino al 2001, anno in cui è entrato in vigore l’euro. La maggior parte di noi, ha ancora da parte alcune vecchie monetine. Le abbiamo tenute come ricordo o ci sono state regalate dai nostri nonni. Riguardandole adesso, ci capita di domandarci quale sia il loro valore. Oggi andiamo a parlare della moneta da 200 Lire Consiglio di Stato del 1990.
La moneta da 200 Lire Consiglio di Stato è stata coniata soltanto nel 1990 ed è dedicata ai cento anni dalla nascita della Quarta Sezione del Consiglio di Stato. Come sappiamo, questo organo amministrativo si divide in sei sezioni. La quarta è stata fondata nel 1890 e dopo 100 anni, la Zecca di Stato ha deciso di coniare una moneta commemorativa.
Andiamo a vedere com’è fatta. La moneta è composta in Bronzital, ha un diametro di 24 millimetri, un peso di 5 grammi e presenta un contorno rigato.
La facciata del dritto è uguale alle altre comuni monete da 200 lire: al centro la testa muliebre di profilo e rivolta verso destra e nel contorno la scritta in stampatello maiuscolo “REPVBBLICA ITALIANA”.
Mentre, nella facciata del rovescio, troviamo al centro la raffigurazione del palazzo spada, l’edificio di Roma nel quale hanno sede il Consiglio di Stato e la Galleria Spada. Subito sotto, troviamo la R della Zacca di Roma, il valore nominale della moneta, ossia L.200, e la firma dell’autore. In alto, ad arco, compare la scritta in stampatello maiuscolo “CONSIGLIO DI STATO” e subito sotto “IV SEZIONE” e le date del centenario (1890 -1990).
Valore della moneta da 200 Lire Consiglio di Stato del 1990
Questa moneta da 200 lire è stata coniata soltanto nel 1990, con una tiratura di 64.500.000 di esemplari. Per questo motivo, ad oggi è considerata una moneta comune e, anche se conservata in ottime condizioni, il suo valore è decisamente basso.
Se possediamo una moneta da 200 Lire Consiglio di Stato del 1990, in condizioni di Fior Di Conio, possiamo guadagnare un massimo di 2 euro. Con fior Di Conio, si intende una moneta che non ha mai circolato e che non presenta il minimo segno d’usura.
Se la tua moneta presenta segni di circolazione, oggi ha un valore quasi nullo.