Chi di voi è in possesso di una moneta da 5 Centesimi Italia su Prora Vittorio Emanuele III del Regno d’Italia? È bene che tutti conosciate quale sia oggi il suo valore nel mondo del collezionismo!
La moneta da 5 Centesimi Italia su Prora è stata coniata tra il 1908 e il 1918. È composta in Rame, ha un diametro di 25 millimetri, un peso di 5 grammi e presenta un contorno liscio.
Nel dritto troviamo il profilo del Re Vittorio Emanuele III in uniforme e che guarda verso sinistra. Nel bordo c’è la scritta in stampatello maiuscolo “VITTORIO EMANUELE III RE D’ITALIA”. Negli esemplari del 1912 e in alcuni del successivo anno, non è presente il puntino subito sotto l’apostrodo della D. In quelle del 1912 parliamo di un dettaglio normale, ma per quelle del 1913 si tratta di una rarità!
Nel rovescio troviamo la figura di una donna allegorica dell’Italia, posizionata in piedi sulla prora di un vascello e con in mano un ramo d’ulivo. Nella parte alta della moneta sono presenti a sinistra il valore nominale CENT. 5 e a destra l’anno di conio. Sulla prora troviamo la lettera R he indica la Zecca di Roma, mentre sulla fiancata ci sono le lettere P.C.M., che indicano il modellista Pietro Canonica e le lettere L.G.I., che indicano l’incisore Luigi Giorgi.
Nella varie versioni coniate nei diversi anni, è possibile notare differenze per quanto riguarda la lettera della Zecca o le firme degli autori. Ad esempio, negli esemplari del 1908 le troviamo in rilievo, mentre in quelle del 1909 la R è incuso e le firme degli autori sono in rilievo.
Il valore della moneta da 5 Centesimi Italia su Prora Vittorio Emanuele III
Come per le altre monete, il valore dei 5 Centesimi Italia su Prora Vittorio Emanuele III varia a seconda dello stato di conservazione e dall’anno di conio.
Una moneta del 1908 in FDC può arrivare a valere anche 300 euro. Valore che scende man mano fino a 20 euro, a seconda dello stato di conservazione.
Le monete del 1909, 1912, 1915, 1913 che hanno il punto sotto l’apostrofo sono oggi classificate come NON COMUNI ed hanno un valore che si aggira intorno a 150 per un esemplare in FDC.
Quelle più comuni sono quelle del 1918. Una moneta in FDC può raggiungere al massimo 70 euro.
La più rara in assoluto è la variante del 1913 senza il punto sotto l’apostrofo della D. Un esemplare con queste caratteristiche in FDC può arrivare a valere fino a 1200 euro. Valore che scende dai 500 ai 100 euro per monete più rovinate ma comunque in un buono stato di conservazione.