Eurostat coglie tutti alla sprovvista, con la pubblicazione delle stime flash sull’inflazione dell’Eurozona ad agosto. Ci si aspettava, infatti, una crescita media dei prezzi dello 0,2 per cento su base annua, mentre è avvenuto l’esatto contrario. Una riduzione della stessa entità, la prima da quattro anni. D’altronde in Italia, così come in Spagna, ha tenuto luogo una deflazione dello 0,5%. In Francia, invece, la crescita annua ha subito un brusco rallentamento, dallo 0,8 per cento di luglio al 0,2; mentre i Germania i prezzi sono rimasti sostanzialmente immutati.
Quale significato è da attribuire alla deflazione
Ma quale significato è possibile attribuire alla deflazione? Che l’economia nell’area sarebbe ben lontana dal risollevarsi. In compenso, il potere d’acquisto dei consumatori aumenta, purché riesca a mantenere intatti i rispettivi redditi. Tale trend compiace probabilmente anche la Banca Centrale Europea. Ufficialmente, Francoforte ha un target vicino, ma lievemente inferiore al 2 per cento. Più ci si distanzia dall’obiettivo, più l’organo istituzionale comunitario è giustificato a intervenire; anzi, è tenuto a farlo, così da non smentire le stime d’inflazione del mercato.
Da mesi è diffuso il timore che prima della ripresa, spunti la reflazione. In un simile scenario, il complesso dei provvedimenti monetari intrapresi in contrasto alla pandemia da Covid-19 e il potenziale impatto disastrosamente deflattivo, se non ridotto, dovrebbe essere quantomeno “congelato”.
Segnali di apertura
Finché l’inflazione nell’area sarà quasi nulla o persino negativa, Christine Lagarde avrà campo libero nel rafforzare il grado di ammodernamento monetario per scongiurare il rischio di un rapido cambio euro-dollaro. Se così fosse, il costo dei beni importanti diminuirebbe e la deflazione sarebbe ancora più palese, visto il controllo dei consumi interni di questi mesi.
Ad avviso di Isabel Chanel non sussisterebbero fondate ragioni affinché si proceda al cambiamento. Il consigliere esecutivo tedesco ha poi lanciato segnali di apertura alla modifica del target, un processo in corso da mesi, ancora prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria.