Le violazioni del Codice della Strada comportano, come giusto che sia, il pagamento di una sanzione, con eventuale decurtazione dei punti della patente (o provvedimenti ben più gravi nei casi peggiori). Di norma l’ideale è pagare il prima possibile, così da beneficiare della riduzione dell’importo o quantomeno non incorrere nell’applicazione di more o interessi. Ma cosa succede se la multa non viene pagata entro la scadenza?
Cominciamo col dire che, nel caso in cui non si trovi il verbale sul parabrezza del veicolo, o la contravvenzione non venga consegnata direttamente dall’agente che ha rilevato l’infrazione, la Pubblica Amministrazione ha 90 giorni di tempo per inoltrare la notifica al domicilio del conducente. Superato tale limite, senza che al cittadino siano pervenuti avvisi, scatta la prescrizione. Insomma, è un po’ come se non fosse mai stata presa e dunque non c’è alcun obbligo di pagamento.
Una volta ricevuta la contravvenzione, il guidatore ha facoltà di saldare subito la rispettiva posizione. Se provvede nei 5 giorni successivi alla comunicazione, ottiene uno sconto pari al 30 per cento. La misura, introdotta nel 2013, non si applica, però, alle violazioni di natura penale, alla confisca del mezzo e alla sospensione della licenza di guida. In alternativa c’è una soglia di 60 giorni per versare il corrispettivo pieno. Naturalmente è contemplata l’ipotesi di avanzare ricorso al Giudice di Pace (entro 30 giorni) o al Prefetto (massimo 60 giorni).
Se il trasgressore insiste nel non regolarizzare la sua posizione, l’agente di riscossione spedisce nuovamente la notifica, comprensiva di una maggiorazione semestrale del 10%, oltre alle spese, stavolta, della cartella e del suo invio. Una volta decorsi ulteriori 60 giorni ci sono due scenari.
Nel primo si procede al fermo auto, ovvero il mezzo non può circolare in strada. In tal caso il fermo deve essere reso noto con un preavviso di 30 giorni. Il conducente ha qui tre opzioni:
- saldare la multa;
- richiedere la rateizzazione della somma e dimostrare il versamento della prima rata;
- presentare i documenti necessari a comprovare che il veicolo è essenziale per svolgere la propria attività autonoma, professionale o imprenditoriale che sia.
Il secondo scenario prevede che l’Amministrazione disponga il pignoramento fino al raggiungimento dell’importo spettante. Si parla perlopiù di pignoramento presso terzi, con il prelievo forzato di un quinto dello stipendio o della pensione.