“Presto soldi ad un amico e non me li vuole restituire: come mi devo comportare?”. Vorremmo definirlo un evento straordinario, un qualcosa che capita in rarissime occasioni. In realtà, però, le probabilità che ciò accada almeno una volta nella vita sono piuttosto alte. Secondo la legge italiana (l’art. di riferimento è il 1813 del codice civile), non solo le banche hanno la facoltà di erogare dei mutui ma pure i privati. Così, qualora un familiare oppure un amico dovessero chiederci dei soldi, siamo autorizzati a prestarli anche a titolo oneroso.
La differenza tra un prestito di soldi e una donazione
Il quadro normativo contempla pure gli accordi verbali, sebbene sia sempre preferibile mettere nero su bianco. Solo in questa maniera sarà, infatti, possibile dimostrare l’esistenza del nostro credito ed evitare spiacevoli conseguenze future. Inoltre, il prestito concordato a voce si intende ogni volta a titolo gratuito, come confermato dalla Cassazione con la sentenza n. 180 del 2018. Il verdetto della Suprema Corte ha fra l’altro stabilito che un prestito tra privati privo di prova contrattuale assume le caratteristiche di una donazione.
Ma in realtà se presto soldi ad un amico ci sono degli strumenti mediante cui cautelarsi. Per dimostrare l’esistenza del credito in essere non serve necessariamente un’intesa formale. Chi ha diritto a riavere indietro la somma concessa può avvalersi pure di uno scambio di mail oppure di messaggi su WhatsApp. L’orientamento è stato confermato dal Tribunale di Ravenna con la sentenza n. 231/2017.
Extrema ratio
Naturalmente, è preferibile tenere il procedimento legale come extrema ratio, tuttavia la consapevolezza di aver facoltà di reclamare i propri diritti pure in tribunale dà sicuramente una mano. Anche solo nel momento in cui andremo a chiedere all’amico di restituire la somma precedentemente prestata. In conclusione, redigere una scrittura privata scongiura tante eventuali incomprensioni e impedisce che l’amico finisca con l’approfittarsi della nostra buona fede.