Dopo il Reddito di cittadinanza, altra rivoluzione. Paghi elettronico e avrai un po’ di soldi indietro. Questo il desiderio del Governo per battere il nero. Saranno necessarie almeno 50 operazioni a semestre con pagamenti in moneta elettronica per ottenere la restituzione del 10% di quanto speso. Lo dice il Sole. Oltre al limite di valore fissato in almeno 1.500 euro ogni sei mesi (3.000 euro annui) si introduce anche un limite minimo di transazioni. Da effettuare (100 l’anno) in formato cashless. Così da evitare che con una o poche operazioni più elevate si possa accedere comunque al recupero del 10% delle spese effettuate.
L’obiettivo è quello di spingere quanto più possibile gli italiani a utilizzare la moneta elettronica per le piccole transazioni. Il supercashback premierà con 3.000 euro i primi 100.000 cittadini che effettuano il maggior numero di transazioni elettroniche in un anno. Carte e bancomat hanno tutte tetti di spese e quindi per tentare di entrare tra i “magnifici 100mila” in corso per il maxi-premio da 3.000 euro sarà necessario iniziare a utilizzare la carta anche per piccole transazioni come pagare i caffè.
Sentiamo il Rapporto Ambrosetti della Community-Cashless-Society del 2020: l’operazione cashback e l’intero Piano Italia Cashless, contribuirà, su un orizzonte fino al 2025, a generare un differenziale di ben 36,8 transazioni pro-capite. Comprende anche lotteria dello scontrino, tetti più bassi all’uso del contante, incentivi all’utilizzo del Pos, detrazioni fiscali solo se pagate in moneta elettronica e un’esenzione fiscale fino a 8 euro per buoni pasto elettronici.
Il recupero del sommerso legati all’incremento delle transazioni pro-capite potrebbero generare un gettito addizionale per lo Stato» di 4,5 miliardi di euro. E spingere sempre più l’Italia ad avvicinarsi alla media europea dei pagamenti elettronici vorrebbe dire recuperare in misura strutturale 29,5 miliardi di euro di gettito.