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Bonus 600 euro INPS, respinte 400 mila domande: i motivi

Gli ultimi aggiornamenti relativi al bonus 600 euro INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) non sono dei migliori. Difatti, più di 400 mila domande sarebbero state respinte dall’ente, mentre altre attendono tuttora accoglimento. Dunque, l’odissea dell’indennità stanziata dal Governo per le categorie della popolazione più colpite dal Coronavirus non pare proprio aver fine. Anzi, più passa il tempo e più si ha come la sensazione di essere testimoni di una vera epopea. Dopo l’incubo vissuto da tantissimi contribuenti nel primo giorno, con blocchi e rallentamenti (down) del portale ufficiale, nonché gravi problemi di violazione della privacy, finalmente sembrava di esser giunti a una quadratura del cerchio.

Le cose davano la parvenza di essere tornate alla normalità e nello scorso mese di aprile, tra i giorni 15 e il 17, una buona parte di incentivi è stata corrisposta alle persone presentanti istanza. In realtà le istituzioni competenti in materia non hanno osservato alcun ordine prioritario considerando le tempistiche di presentazione della domanda. Vista la situazione venutasi a creare c’è chi ha avanzato la domanda di riscossione del bonus “in ritardo” e non il 1° giorno e ha percepito l’indennità di chi, invece, ha inoltrato la richiesta durante le prime ore del 1° aprile. 

Bonus 600 euro Inps: come controllare lo stato della domanda, se accolta oppure respinta

avviso indennità

A causa della situazione nebulosa in cui ci troviamo, in molti si domandano se sia possibile o meno scoprire l’eventuale accettazione o rifiuto della domanda di indennità Covid-19. Almeno da questo punto di vista un po’ di chiarezza c’è, in quanto è permesso recarsi sul portale ufficiale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) e appurare lo stato della pratica. Laddove la richiesta abbia avuto accoglimento, e i soldi non siano finora stati liquidati sul conto corrente bancario, sarà indispensabile attendere ancora un po’.

Tuttavia, le recenti comunicazioni sono destinate a far discutere, poiché 400 mila persone circa si sono viste respingere la domanda. Su un totale di 5 milioni di richieste (su un potenziale globale di 9 milioni e mezzo), 900 mila non hanno avuto fino ad oggi momento di conoscere l’esito della loro domanda. Ma le parole pronunciate dal presidente dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale Pasquale Tridico lasciano poco (o nient’affatto) sereni. Secondo quanto ci ha tenuto a far sapere il numero uno dell’ente in dichiarazioni pubbliche, la maggior parte di esse (almeno il 50 per cento) finiranno con l’essere rifiutate. 

I motivi per la domanda rifiutata

Scritta INPS

Pasquale Tridico ha sottolineato come per i lavoratori dello spettacolo una condizione indispensabile per avere accesso all’incentivo stanziato è avere almeno 30 giorni lavorativi nel 2019 nella gestione ex Enpals, condizione che, però, per la maggior parte dei presentanti richiesta non verrebbe rispettata. In aggiunta, altri 250 mila utenti hanno un codice IBAN sbagliato alle autorità di riferimento. Lo si è rivelato con dati incrociati con ABI (Associazione Bancaria Italiana).

Il perché di tale incongruenza? Secondo quelle che sono le supposizioni degli addetti alle verifiche alcuni intermediari si sarebbero resi responsabili di tentativi di frode. Più esattamente, registrerebbero un lavoratore come potenziale beneficiario, inserendo però il codice IBAN di qualcun altro. Se la situazione dipende, al contrario, da un semplice errore di distrazione, sarà possibile correggere la domanda, anche se non immediatamente. Sarà dapprima opportuno ricevere la procedura apposita, che proprio entro questa settimana appena cominciata dovrebbe essere rilasciata ai soggetti interessati. 

In occasione della presentazione del Rapporto annuale, sempre Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, ha illustrato la situazione. All’impegno che raggiunge ordinariamente circa 43 milioni di utenti/individui – ha raccontato – si è aggiunto lo straordinario impegno per far fronte all’emergenza sanitaria da Coronavirus, che ha dato in pochi mesi servizi a più di 14 milioni di soggetti per una spesa fino a quel momento stimata in 26,2 miliardi di euro.  

L’impegno assunto dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale nella corresponsione dei vari strumenti di sostegno all’economia italiana – ad avviso di Tridico – è stato enorme e superiore alle aspettative. Ciò, sulla base del contesto emergenziale alla quale nessuno era di fatto preparato. Proprio per via dell’effetto sorpresa si sono registrate circostanze critiche. 

Le rilevazioni da marzo a settembre 2020

pc sul tavolo

In particolare, dati alla mano, da marzo a settembre 2020 si contano:

  • oltre 20 milioni di prestazioni erogate inerenti alla Cassa Integrazione (CIG), di cui 12 direttamente corrisposte dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale e 8 a conguaglio dopo l’anticipo delle aziende, e un totale di 6 milioni e mezzo di beneficiari; 
  • più di 4 milioni e 100 mila beneficiari di indennità una tantum, ovvero per una volta soltanto, avente in origine importo mensile di 600 euro;
  • un milione e 600 mila domande tra bonus babysitting e congedo parentale Covid-19;
  • 600 mila nuclei familiari richiedenti il Reddito di Emergenza (che si “sommano” ai nuclei familiari che hanno percepito il Reddito o la Pensione di Cittadinanza pari a un milione e 4 mila, pari a 3 milioni e 100 mila individui);
  • 275 mila domande per l’indennità riconosciuta ai lavoratori domestici. 

Per Tridico si tratta di sostegni concessi a gran parte della popolazione italiana, escludendo coloro che sono impiegati presso il servizio pubblico, che nel corso del periodo non hanno subito decurtazioni di reddito, fatta eccezione per il comparto sanitario e sicurezza, a cui comunque l’INPS ha erogato il bonus babysitter.