Soprattutto agli inizi di una nuova relazione si sente come il bisogno di gridarlo al mondo, di farlo sapere ovunque, anche sui social network. Una mossa dettata dall’istinto, ma poco saggia. Sbandierare ai quattro venti su Facebook la storia d’amore può costare caro, a maggior ragione se si ha in corso un procedimento di separazione e un ex ha chiesto l’addebito, ovverosia la responsabilità della rottura a carico della controparte.
Addebito separazione: esporsi sui social è un rischio
In tali circostanze, è meglio evitare di esporsi troppo perché eventuali “prove” rischiano di essere ritorcersi contro. Lo sancisce il tribunale civile di Bari attraverso una sentenza, che ha addebitato la fine della relazione coniugale a una donna, la quale sul social network di Mark Zuckerberg aveva scritto “fidanzata” con un altro alla voce “situazione sentimentale”, con l’aggiunta di fotografie del nuovo compagno ed emoji a forma di anello.
All’epoca la donna era ancora coniugata con un uomo invalido, in sedia a rotelle e affetto da sclerosi multipla. Ha intrapreso un’altra frequentazione e poi ufficializzato su Facebook il legame. Quindi, nel corso di un viaggio in Sud America al suo Paese d’Origine, ha scelto di lasciare il marito e di traslocare dalla nuova dolce metà.
In seguito la coppia ha intentato una causa di separazione giudiziale. L’uomo ha reclamato con una memoria integrativa l’addebito della separazione all’ex moglie, accusandola di averlo tradito. Una violazione pubblica e plateale dei doveri matrimoniali, in diretta social.
Il giudice dà ragione all’ex marito
Secondo la controparte e il suo avvocato, la domanda di addebito era giunta in maniera tardiva. Non l’ha pensata così il tribunale, che ha spiegato come sia possibile presentarla in un secondo momento e non nell’atto introduttivo.
Ad ogni modo, l’addebito va riconosciuto per il giudice civile di Bari in quanto l’annuncio della nuova storia via social rappresenta la prova che il rapporto extraconiugale era nato da tempo, durante il matrimonio, ed era motivo per rendere intollerabile la prosecuzione del rapporto. Fatti, fra l’altro, che la donna non ha neppure cercato di smentire.