Oltre alla stesura del nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in arrivo per il 3 dicembre, che in vista dello shopping natalizio dovrebbe lasciare i negozi aperti, in queste ore l’esecutivo sarebbe alle prese con un cashback appositamente pensato per incentivare gli acquisti e – chiariscono fonti di Palazzo Chigi – dare un po’ di respiro ai commercianti, oltre che ai cittadini.
Il piano extra consisterebbe in un rimborso pari al 10 per cento delle spese sostenute fino a una soglia massima di 150 euro per gli acquisti compiuti a dicembre con app e carte di credito quali Satispay e altre. Tuttavia, il rimborso non avverrebbe immediatamente, ossia il 10 per cento non verrebbe rimborsato ad ogni acquisto, bensì esclusivamente a fronte di un numero minimo di transazioni.
Per percepire il rimborso sarà necessario effettuare un numero pari o superiore a 10 acquisti nel mese di dicembre e dunque, per ottenere il massimo rimborso di 150 euro, occorrerebbe spendere 1.500 euro. Il rimborso potrebbe essere concesso subito, entro cioè la fine del 2020. La restituzione della somma pagata procederà mediante la formula del bonifico bancario sul conto corrente.
Il secondo cashback al vaglio di Conte e Gualtieri
In realtà, quello al vaglio di Conte e Gualtieri consisterebbe nel secondo cashback o, per voler essere più precisi, di una misura extra specificamente pensata per sollecitare i consumatori a effettuare acquisti durante il periodo natalizio, notoriamente il più rilevante da un punto di vista economico per chi opera nel settore del commercio.
Nei primi giorni di dicembre 2020 dovrebbe infatti partire il piano anzitempo approvato dal Governo per stimolare i pagamenti elettronici. Eppure, il “normale” cashback farà pervenire i rimborsi solamente a giugno 2021.
Il sistema stabilisce il rimborso del 10 per cento delle spese effettuate nel primo semestre del 2021 con app, bancomat e carte, fino a un limite massimo di spesa pari a 1.500 euro. Anche in tale circostanza, esiste però un limite minimo di acquisto da compiere: per poter avere la restituzione del denaro occorrerà infatti raggiungere un quantitativo di almeno 50 acquisti a semestre. Insomma, numeri alla mano si potranno ricevere per semestre massimo 150 euro.
Quali vincoli esistono per quanto concerne la tipologia di merce da comprare? Sostanzialmente nessuno. Difatti, il cashback riguarda ogni tipologia di acquisto (generi alimentari, consumazioni in bar e ristoranti, spese mediche, abbigliamento) purché venga effettuato con carta di credito presso gli esercizi commerciali. Ne consegue che sono esclusi dalla manovra tutti gli ordini online, indistintamente, ovvero senza alcuna discriminazione di sorta.
Come funziona il cashback
Il meccanismo del cashback non è automatico. Per partecipare all’inizio occorre, come prima cosa, completare la procedura di registrazione con lo SPID o con la propria carta d’identità elettronica mediante l’applicazione IO (lanciata dalla Pubblica Amministrazione per l’accesso a servizi pubblici e bonus) oppure a metodi alternativi messi a disposizione da istituti di pagamento e banche convenzionate con PagoPA. Caotico? In realtà no. Per ottenere i rimborsi sarà opportuno mostrare, al momento dell’acquisto, il QR Code al negoziante. Se raggiunto il limite minimo di 50 già indicati, i rimborsi verranno accreditati ogni semestre sul conto corrente del beneficiario riportato nel corso della registrazione.
Oltre al cashback “normale”, c’è anche il super cashback, di cui ve ne abbiamo già parlato in molteplici occasioni. Si tratta di un premio da 3 mila euro stanziato per ciascuna delle prime 100 mila persone che avranno effettuato in un anno il maggior numero di pagamenti attraverso carta di credito nei negozi fisici.
Cos’è l’app Io
L’app Io, scaricabile sia sui dispositivi iOS dall’App Store sia sui dispositivi Android dal Play Store, dà modo di gestire ciascun servizio elargito dalla Pubblica Amministrazione attraverso il proprio smartphone.
Dopo aver installato correttamente l’applicazione, al primo utilizzo viene richiesto all’utente di accedere o tramite CIE, vale a dire con i dati (il PIN in particolare) della Carta d’Identità Elettronica (che presso tutti i Comuni italiani è possibile richiedere) oppure mediante SPID e cioè il Sistema Pubblico di Identità Digitale.
Anche se lo strumento della carta d’identità elettronica risulta facile e immediato, in molti ne sono sprovvisti. Di conseguenza, andiamo a vedere più da vicino come si ottiene il codice SPID. Tanto per cominciare è indispensabile avere compiuto la maggiore età. Anche se si possiede residenza all’estero è consentito l’inoltro della domanda, purché (lo ribadiamo) si abbiano compiuti i 18 anni.
Inoltre, è fondamentale detenere la tessera sanitaria con il codice fiscale, un documento di identità valido, un indirizzo di posta elettronica e un numero di telefono.
Rilascio SPID
Per farsi rilasciare lo SPID è quindi essenziale registrarsi sul portale di uno dei gestori di identità digitali autorizzati. I vari provider abilitati forniscono, a titolo gratuito (sebbene alcuni di loro siano pure a pagamento), diverse modalità di registrazione. Per scegliere tra i diversi provider il sito ufficiale spid.gov.it suggerisce di impiegare quello con la modalità di riconoscimento che si ritiene più pratica: di persona, attraverso webcam, firma digitale o altro ancora.
Una volta individuata la modalità di riconoscimento più affine ai propri gusti personali, ad esempio apportando la firma digitale, sarà consentito l’ottenimento del codice SPID e l’accesso così all’app IO, con cui sarà permesso avanzare la richiesta di rimborso di 150 euro per l’extra cashback di Natale, non appena il Governo lo prevedrà ufficialmente.
Il progetto IO
Il progetto IO affonda le sue radici parecchio lontano, in attuazione dell’art. 64-bis del CAD (Codice dell’Amministrazione Digitale), il quale conferisce alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la responsabilità di attivare il punto di accesso telematico mediante il quale ciascun ente pubblico rende fruibili i propri servizi. Ai fini del perseguimento di tale obiettivi, il Team Digitale ha puntato su IO.
Il progetto IO, per come è stato configurato e realizzato, rappresenta un modo diverso e innovativo di concepire una piattaforma digitale: ancor prima della tecnologia, il “sistema operativo” pone al centro le persone e i loro bisogni. Il progetto, inserito nel Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione 2019-2021, con un cronoprogramma ben delineato, rientra tra gli strumenti per la generazione e la diffusione dei servizi digitali.