Come abbiamo già avuto modo di scoprire nelle “precedenti puntate”, anche diverse monete stampate in Italia hanno un vissuto interessante nel mercato della numismatica. Tra queste si segnalano le 1000 lire bimetalliche del 1997. Una valuta coniata per la prima volta di due errori, di cui ci si accorse solamente dopo la loro emissione, particolarità che le valse la nomea di 1000 lire con errore o sbagliato.
Una simile svista è da attribuire al fatto che la cartina incisa sull’unità presentava delle lacune. Sul rovescio si fa notare la carta geografica dell’Europa, ma nella proposta originaria i confini tra Olanda e Danimarca non sono corretti. Quando i difetti vengono scoperti è troppo tardi: in circolazione ci sono già ben 30 milioni di esemplari. Nello specifico circa 10 milioni escono lungo il territorio nazionale prima di rendersi conto di rischiare l’incidente diplomatico.
Per far fronte alla topica la Zecca dello Stato è comunque andata avanti ad accettare la validità del pezzo, malgrado lo scivolone. Di fatto le monete già in circolazione hanno tenuto corso, non venendo ritirate. Tuttavia, nel giro di pochi giorni è stata immessa la versione corretta. E su di essa spicca la giusta carta geografica del Vecchio Continente.
La scelta di non ritirarle
La scelta di non ritirare le 1000 lire del 1997 con errore di conio è da attribuire ad Arturo Arcellaschi, il numismatico che scorse lo strafalcione. Difatti, Arcellaschi annunciò che se la serie fosse stata ritirata sarebbero rimaste disponibili appena poche unità. Ed avrebbero raggiunto delle quotazioni davvero elevate fino a 1 milione di lire. Invece tenendole non avrebbero aumentato il loro valore. Le autorità gli diedero ascolto e i possessori persero una grossa opportunità di speculazione. Ad oggi hanno un corrispettivo di poco più di 3 euro.