La moneta di oggi è stata coniata dal 1908 e se attualmente è ancora nei vostri cassetti, sappiate che potrebbe anche farvi guadagnare un piccolo tesoro! Stiamo parlando della moneta da 5 centesimi Vittorio Emanuele III Italia su Prora.
Gli esemplari da 5 centesimi Vittorio Emanuele III Italia su Prora furono coniati nel 1908, 1909, 1912, 1913, 1915 e 1918. Sono realizzati in Cu 959/1000, con un diametro di 25 millimetri e un peso di 5 grammi e presentano assi alla francese e un contorno liscio.
Nella facciata del dritto troviamo il semibusto in uniforme di Re Vittorio Emanuele II che guarda verso sinistra e contornato dalla scritta in stampatello maiuscolo “VITTORIO•EMANVELE•III•RE•D’ITALIA”.
Nella facciata del rovescio, invece, troviamo una figura femminile, che rappresenta l’Italia, con in mano un ramo d’ulivo mentre è in piedi sulla prora di un vascello. Sulla prua della nave troviamo una piccola R, che indica la zecca di Roma. Sul fianco ci sono le sigle P.C.M. (Pietro Canonica Modelli) e L.G.I. (Luigi Giorgi Incisione). Infine, verso l’alto e rispettivamente alla destra e alla sinistra della figura femminile, troviamo il valore nominale CENT. 5 e l’anno di conio della moneta.
Le monete coniate nel 1908 presentano le sigle dell’autore e dell’incisore e il marchio di zecca in rilievo, quelle del 1909 presentano il marchio di zecca in incuso, mentre tutte quelle coniate negli anni successivi presentano sia le sigle degli autori che il marchio di zecca in incuso. Esistono poi alcuni esemplari del 1913 che non presentano il punto tra la D e la parole ITALIA nella facciata del dritto.
Il valore dei 5 centesimi Vittorio Emanuele III Italia su Prora
Partiamo dalle moneta del 1908. I valori del collezionismo si riferiscono sempre a monete perfettamente conservate. Più la moneta è rovinata, più il suo valore sarà inferiore.
Le monete del 1908 in FDC possono arrivare anche a valere 300 euro per ciascun pezzo. Le monete del 1909, 1912, 1915, 1913 che hanno il punto sotto l’apostrofo valgono circa 150 euro. Quelle del 1918 sono le più comuni e valgono circa 70 euro.
Gli esemplari più rari sono quelli del 1913 senza il punto sotto l’apostrofo della D. Un pezzo ben conservato, può arrivare a valere anche 1200 euro!