Tutti voi potreste essere in possesso di una moneta 2 Centesimi di Lire Governo provvisorio della Toscana. Vi siete mai domandati se le vecchie monete che conservate ancora nei cassetti o nei salvadanai, oggi possano avere un valore per i collezionisti?
La storia di questa moneta da 2 Centesimi di Lire Governo provvisorio della Toscana risale al 1860, quando a seguito di proteste ed ultimatum, Leopoldo II andò via da Firenze per tornare in Austria. Nacque così un governo provvisorio e venne deciso di introdurre la Lira piemontese. Questi esemplari da 2 Centesimi vennero coniati nel 1860 dalla Zecca di Birmingham, anche se riportano la data 1859.
La moneta da 2 Centesimi di Lire Governo provvisorio della Toscana è stata realizzata in rame, ha un diametro di 20 millimetri, un peso di 2 grammi ed è caratterizzata da un contorno liscio.
Nella facciata principale, ovvero quella del dritto, presenta la raffigurazione dello Stemma crociato dei Savoia adornato da una corona reale e dal collare dell’Annunziata. È racchiuso all’interno di un cerchio di perline e fuori ques’ultimo, è presenta la scritta in stampatello maiuscolo “VITTORIO EMANUELE RE ELETTO”. Verso il basso, troviamo una testa di leone ed una corona turrita, simboli della Zecca, separati da una rosetta a quattro petali.
Nella facciata del rovescio, invece, troviamo al centro, in grande e racchiuso in un cerchio di perline, il valore nominale della moneta, ovvero 2 CENTESIMI. Subito sotto c’è l’anno 1859. All’esterno del cerchio, verso l’alto, compare la scritta in stampatello maiuscolo “GOVERNO DELLA TOSCANA”. Infine, verso il basso compare la stessa rosetta a quattro petali della facciata del dritto.
Quanto vale oggi una moneta da 2 Centesimi di Lire Governo provvisorio della Toscana?
La moneta da 2 Centesimi di Lire Governo provvisorio della Toscana è stata coniata con un’elevatissima tiratura, ovvero in 11.012.300 di pezzi. Per questo oggi, nel mondo del collezionismo, è classificata come non comune.
Nonostante ciò, se in qualità di Fior di Conio, ovvero senza il minimo graffio e segno di usura, come se fosse appena uscita dalla Zecca, può arrivare a valere anche 250 euro! Valore che, naturalmente, scende se lo stato di conservazione è più basso. Vi ricordiamo che, in gergo numismatico, le monete sono classificate come FDC, SPL, BB e MB.