Quanti di voi hanno conservato le vecchie monetine delle amate lire? Avete mai pensato che oggi possano avere un valore molto elevato per i collezionisti? Vediamo per esempio la moneta da 5 Centesimi Vittorio Emanuele III Spiga.
Il primo esemplare di questa moneta venne coniato in ferro-nichel nel 1918 e nel 1819, ma vista la scarsità del materiale utilizzato, la moneta non venne mai messa in circolazione. Si decise così di coniarne un secondo tipo realizzato in Bronzo, che venne coniato fino al 1937.
La moneta del primo tipo ha un diametro di 17 millimetri, un peso di 2 grammi e un contorno rigato. Quella del secondo tipo, invece, ha un diametro di 19,5 millimetri, un peso di 3,25 grammi e un contorno liscio.Nella facciata del dritto degli esemplari, troviamo il profilo del Re che guarda verso sinistra e contornato dalla scritta in stampatello maiuscolo “VITTORIO EMANUELE II RE D’ITALIA”. Sotto il collo del Sovrano c’è la firma dell’incisore “A•MOTTI”, che indica Attilio Silvio Motti. Nella facciata del rovescio, invece, è raffigurata una spiga di grano. Alla sinistra e alla destra della stessa, c”è il valore nominale C. 5.
Sotto il numero troviamo poi la data di emissione. Infine, in basso c’è una piccola R che indica la Zecca di Roma. Esistono anche delle versioni prova, una del primo tipo datata 1918 e due del secondo tipo. Si distinguono dalle altre, per l’appunto, dalla dicitura PROVA.
Quanto vale la moneta da 5 Centesimi Vittorio Emanuele III Spiga?
La moneta da 5 Centesimi Vittorio Emanuele III Spiga, visto l’elevato pezzi di esemplari coniati, è classificata come comune. Tuttavia esistono dei pezzi che hanno acquisito un valore nel mondo del collezionismo.
La versione prova del secondo tipo è classificata come R2 e può arrivare a valere fino a 850 euro. Le monete del 1937 sono classificate come rare e oggi valgono 200 euro. Per quanto riguarda il primo tipo, invece, la versione prova ha un valore di 800 euro e gli altri esemplari, se in Fior di Conio, possono raggiungere i 500 euro.