Ha tanti difetti Trump, che gli vengono rinfacciati ogni giorno. Ma ha anche un merito: l’indice Standard & Poor’s chiude il mese di agosto in crescita del 7%. È il miglior risultato degli ultimi trent’anni e aiuterà il presidente in carica: l’inquilino della Casa Bianca punta al rinnovo del mandato, facendo leva anche sui risultati di Borsa. Schizzano alle stelle anche gli altri due indici, il Nasdaq che chiude il mese con +9,6% e il Dow Jones con +7,6%.
Solo il lockdown ha dato una spallata alla reputazione economica di Trump: col Covid, la caduta dei valori azionari è stata notevole. Pur tuttavia, già aprile segnava un recupero spettacolare. Durante l’estate sono state cancellate tutte le perdite e le Borse sono tornate in territorio positivo, con un primato bruciato via l’altro. Per la gioia di The Donald.
L’andamento dei mercati finanziari come una prova della propria performance di governo: questo è un dato oggettivo. Ci sono le opinioni, e poi esistono i fatti, i numeri. Con la tecnologia, in particolare, che va a tremila, grazie ai cinque big che sono Apple Amazon Microsoft Alphabet-Google e Facebook.
Tutto questo piace alla famiglia americana media. Che gioca in Borsa, storicamente. L’America ha una percentuale particolarmente elevata di risparmi investiti in Borsa: quasi la metà delle famiglie americane possiede azioni, attraverso fondi comuni e fondi pensione. Il tycoon attira le simpatie di chi ha realizzato profitti con le azioni. C’è la dedollarizzazione? La Cina fa la guerra al dollaro? Ma il dollaro debole fa bene a Wall Street; e i mercati azionari sembrano aver ragione sulla velocità della ripresa: l’indice IHS Markit uscito oggi indica il più forte aumento dell’attività manifatturiera dal gennaio 2019.