Niente codici fiscali per gli stagionali, niente vendemmia: il Fisco nemico della vendemmia. Il fisco 4.0 e non l’Erario del 1870. Il problema è questo fisco non riesce a emanare i codici fiscali in smart working. Su tutte le furie le associazioni che preparano le pratiche e la modulistica per i lavoratori stagionali, da assumere regolarmente per il periodo della vendemmia.
Cosa c’è di diverso rispetto al 2019 e agli anni passati? Con gli uffici territoriali dell’Agenzia delle entrate aperti, i lavoratori si recavano spesso in autonomia presso gli sportelli dell’Agenzia: in un’ora tutto fatto.
Ad agosto 2020, i dipendenti dell’Agenzia delle entrate ricevono la pratica e rinviano per il rilascio del codice fiscale a dopo 15 giorni. Due settimane per il rilascio di un codice fiscale. Il fisco nemico della vendemmia. La burocrazia che stritola.
Eppure ci sono il web, le e-mail, WhatsApp: una miriade di canali per fare in fretta. In più, dice la Coldiretti, il vincolo della quarantena ha frenato gli arrivi di lavoratori stranieri per la vendemmia. Che tradizionalmente inizia in Italia ad agosto. E prosegue a settembre e ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo. Per poi concludersi a novembre con le uve di Aglianico e Nerello. Almeno 25.000 posti di lavoro occasionali tra le vigne potrebbero essere disponibili per la vendemmia con una radicale semplificazione del voucher agricolo. Con l’abrogazione della disciplina del voucher, il sistema agricolo è stato doppiamente penalizzato. Uno: non si riscontravano nel settore indizi di abnorme e fraudolento utilizzo da dover correggere. Due: l’intero percorso di emersione intrapreso dal 2008 a oggi è irrimediabilmente andato perduto.