Bellissimo articolo del Sole a firma Antonello Cherchi. Il turismo in bici perde la tappa delle case cantoniere. Il progetto di riconversione ha debuttato nel 2015 ma delle 28 cantoniere, assegnate solo due. Il cantiere delle dieci ciclovie nazionali.
La casa cantoniera dal tipico colore rosso pompeiano è da sempre simbolo della nostra storia e, ancora oggi, è un’icona del nostro passato, del nostro presente e del nostro futuro: 1.244 case cantoniere su tutto il territorio, di cui la metà sono utilizzate come sedi operative, per il personale di esercizio, magazzini o altre funzioni. C’è un progetto di riqualificazione di parte di queste realtà all’insegna del turismo sostenibile: di mezzo, Anas e vari ministeri.
L’obiettivo è quello di poter offrire in queste case ospitalità e ristorazione a una qualità e a un costo standard e prevedendo altri servizi che portino alla ulteriore valorizzazione del territorio circostante. Si punta alla riqualificazione e riuso di immobili pubblici situati lungo percorsi ciclopedonali e itinerari storico-religiosi. L’obiettivo del progetto, in cui rientrano anche 10 case cantoniere Anas, è riutilizzare i beni come contenitori di servizi e di esperienze autentiche, fortemente radicate sul territorio, per camminatori, pellegrini e ciclisti, in linea con la filosofia dello slow travel. Vero turismo in bici.
Ci sono i 300mila euro del ministero dei Beni culturali per progetti di bike touring, la rete delle case cantoniere (ma solo due assegnate), il sistema nazionale delle ciclovie con 361 milioni da spendere. Il progetto debutta nel dicembre 2015, ma ad oggi delle 28 cantoniere individuate ne sono state assegnate solo due: una a Dervio (Lecco). E un’altra a Fiames, vicino Cortina, dove si è chiusa la progettazione esecutiva e si attende il bando per ricavare circa 18 posti letto, una zona ristorazione e, nel fabbricato annesso, anche un ricovero per bici.