CCSNews
banchi-con-rotelle

Tre miliardi per la scuola anti-Covid: buttati via

Arriva il Protocollo di sicurezza per la ripresa di settembre della scuola anti-Covid. Obiettivo, far stare i ragazzi distanti l’uno dall’altro. Così, niente scambi di saliva e niente infezione di coronavirus. È un accordo che contiene le misure da adottare per garantire la tutela della salute dei ragazzi, dice il ministero dell’Istruzione: zero classi pollaio.

Si tratta di regole chiare che danno certezze a dirigenti scolastici, personale, famiglie, alle ragazze e ai ragazzi che si apprestano a tornare nelle aule, sostiene il ministero. Vengono investiti 2,9 miliardi. In più, ecco i fondi per consentire agli Enti locali di affittare spazi per le lezioni. Si sfonda quota 3 miliardi per la scuola anti-Covid.

Peccato, aggiungiamo, che siano soldi spesi male. È una battaglia persa: impossibile solo concepire che nelle scuole i ragazzi stiamo distanti per un’ora, figuriamoci per cinque o otto ore. Spesso in istituti fatiscenti. Ai ragazzi si impartiscono indicazioni severe: si possono anche punire per comportamenti pericolosi dal punto di vista sanitario. Ma i banchi con le rotelle sono ridicoli: non parliamo di 90enni che sonnecchiano, ma di adolescenti in piena esplosione ormonale. Come li tieni sui banchi a rotelle? Poi va capito come e per quanto potranno scrivere comodamente. Faranno i gran premi, finché il banco (che un carro armato non è) si sfascia.

Se ci sono interventi per ridurre il sovraffollamento delle classi, basta fare andare i ragazzi a rate, a scaglioni. Non serve denaro. Vorremmo sapere certe scuole del Sud Italia dove potranno mai trovare spazi idonei per la didattica in presenza con la garanzia del metro lineare di distanza. Per la didattica a distanza, serve pochissimo denaro. Ma se prima del Covid erano scuole fatiscenti e in crisi, ora come faranno? La segnaletica orizzontale sul distanziamento non viene seguita nei mezzi pubblici dagli adulti, figuriamoci a scuola dai bambini. Dicono che diverrà indispensabile la pulizia approfondita e l’aerazione frequente e adeguata degli spazi. Ma stiamo parlando degli istituti svizzeri o delle scuole italiane? Ma in che mondo vivono questi politici? Peccato: quei 3 miliardi potevano essere investiti in attività produttive sane, così da rilanciare il Paese.