Tari: stangata ai proprieTari? Attenzione: ik decreto legislativo che attua le norme europee sull’economia circolare stravolge la tariffa rifiuti. Elimina la possibilità per i Comuni di disporre l’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani. Risultato: detassazione di tutte le attività produttive. Ma i costi complessivi del servizio non varieranno di molto. Seconda conseguenza: si prospetta nel 2021 per tutte le altre categorie, a partire dalle utenze domestiche, un incremento della tariffa rifiuti a due cifre, e in alcune realtà anche il raddoppio. Come minimo. Lo dice il Sole.
Occhio. Di per sé, da sole, nel 2021 le tariffe Tari dovranno già aumentare. Perché? C’è il conguaglio determinato quest’anno per chi entro il prossimo 30 settembre deciderà di confermare le tariffe 2019.
Non solo. I Comuni potranno disporre con regolamento l’assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani. Secondo i criteri che dovevano essere stabiliti in un decreto del ministero dell’Ambiente, mai emanato. La mancata emanazione del decreto ministeriale fa sì che l’unica disciplina a cui era possibile fare riferimento fino a oggi fosse la deliberazione interministeriale del 27 luglio 1984.Si elimina la possibilità per il Comune di disporre assimilazioni.
Come se non bastasse, le utenze non domestiche possono conferire al di fuori del servizio pubblico i propri rifiuti urbani previa dimostrazione di averli avviati al recupero mediante attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l’attività di recupero. E le utenze non domestiche che producono rifiuti urbani, quindi escluse le industrie, possono conferire questi rifiuti al di fuori del servizio pubblico, anche se la scelta deve essere fatta per un periodo non inferiore a cinque anni. Un trionfo totale per i Comuni. Che hanno sempre più potere: basti pensare agli autovelox fissi in centro città, alle piste ciclabili per monopattini elettrici ovunque.