Arriva la super confisca anti evasione pesante. Lo dice la Guardia di finanza, con circolare 0216816/2020 del primo settembre, avente a oggetto le modifiche alla disciplina dei reati tributari e della responsabilità amministrativa degli enti. Non ci sarà solo la tradizionale confisca: nel caso di condanna o patteggiamento, colpisce tutti beni che costituiscono il profitto o il prezzo dell’illecito fiscale. Per i più gravi reati tributari, sarà applicabile anche una nuova misura. È la confisca per sproporzione. Consentirà di confiscare anche tutti quei beni di cui il condannato non può giustificare la provenienza.
Perché per sproporzione? Perché, pronunciata sentenza definitiva di condanna o di patteggiamento, consente la confisca su quei beni di cui il condannato non può giustificare la provenienza e di cui risulta essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato al proprio reddito o alla propria attività economica.
Ma i gravi reati tributari quali sono? Utilizzo ed emissione di fatture false, quando l’importo non rispondente al vero supera i 200.000 euro. Frode fiscale mediante altri artifici e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte quando l’imposta evasa supera i 100.000 euro.
Comunque, la confisca tipica diretta o per equivalente non si pone in rapporto di alternatività con la confisca penale allargata. La prima riguarda un bene che ha un rapporto pertinenziale con il reato. L’altra è una misura di sicurezza patrimoniale, sia pure atipica, finalizzata a impedire la commissione di nuovi reati. Alla base, c’è la proporzione dei beni rispetto ai redditi del condannato. Con le sue entrate, non è possibile che abbia tutti quei beni. Per lo Stato, c’è puzza di bruciato: hai evaso somme ingenti, tali per cui hai potuto comprare beni che il tuo reddito mai e poi mai ti avrebbe consentito di fare.