Abitazione, assicurazioni, carburanti e sanità costano a ogni italiano oltre 7.000 euro l’anno. La metà dei consumi. Si tratta di spese obbligate: tu non puoi fare a meno di spendere quei soldi. Lo fai per sopravvivere. Circa 25 anni gli esborsi necessari erano invece circa il 37%.
Tra le spese obbligate, spiega Confcommercio, la voce abitazione è quella che incide maggiormente. Arrivando a mangiarsi oltre 4.000 euro pro capite: affitti, manutenzioni, bollette, e smaltimento rifiuti. La profonda crisi del 2020 per il Covid ha amplificato la tendenza di lungo periodo: sei destinato a usare i soldi con meno fantasia e creatività.
Vediamo le spese obbligate legate alla mobilità: assicurazioni, carburanti e manutenzione dei mezzi di trasporto. Va detto che l’alternativa non c’è: i veicoli pubblici sono validi solo in teoria. Nella realtà quotidiana, diventano un problema per sporcizia, ritardi, inefficienze. Col coronavirus, le cose sono peggiorate: nei mezzi pubblici, per i virologi, meno si sta e meglio è perché c’è il rischio assembramento e contagi. Ecco perché lo smart working è vincente: zero spese per andare a lavorare, niente inquinamento né incidenti, e beneficio dell’economia. Con riduzione dei prezzi Rc auto. Sforbiciata ai costi sociali della sanità: meno lavoratori stressati significa meno malattie psicosomatiche.
È vero: c’è una sostanziale assenza d’inflazione negli ultimi anni. Questo però non ha impedito che la forbice tra prezzi dei beni e servizi obbligati e beni e servizi commercializzabili continuasse ad ampliarsi. Tra le riforme necessarie al Paese, per innescare dinamiche di crescita, vi è il rafforzamento del processo di liberalizzazione dei mercati di offerta di molti beni e servizi obbligati. Sarebbe una delle riforme che ci consente di metterci in buona luce di fronte ai Paesi frugali dell’Unione europea: esattamente l’opposto del reddito di cittadinanza e dei costi della politica.