Nel nostro Paese, il 22,5% delle aziende utilizza già soluzioni di Cloud Computing, prezioso per lo smart working. Lo dice una ricerca di Ambrosetti e Microsoft Italia. Realizzata con l’obiettivo di scattare una fotografia sul livello di diffusione delle tecnologie Cloud in Italia, evidenziandone l’impatto economico, i benefici e gli ostacoli da parte delle aziende pubbliche e private del nostro Paese.
Lo studio ha fatto un calcolo. A fronte di un’operazione di modernizzazione e ottimizzazione dei Data Center della Pubblica Amministrazione abilitato dall’adozione di soluzioni di Cloud Computing, è possibile generare un risparmio. Fino a 1,2 miliardi di euro all’anno. Anche in smart working.
Se invece le PMI italiane raggiungessero il livello di adozione del Cloud Computing del Regno Unito – il Paese più avanzato da questo punto di vista in Europa – crescerebbero in media dello 0,22% anno su anno, vs. una crescita dello 0,4% registrata nel periodo 2000-2019, generando una crescita del PIL di 20 miliardi di euro da qui al 2025.
Il principale beneficio riscontrato, dichiarato dal 20,8% di chi le ha implementate, è la capacità di reagire rapidamente al cambiamento. Tutto questo vale ancor più se pensiamo all’emergenza sanitaria ancora in corso. E a come questa situazione abbia spinto molte aziende a adottare in tempi molto rapidi forme di lavoro da remoto, impensabili senza un’infrastruttura adeguata. Gli alti costi di transizione verso il Cloud Computing risultano il primo ostacolo all’implementazione di questa tecnologia per il 32,1% delle aziende che lo hanno adottato, percentuale che sale al 42,9% se consideriamo le sole PMI.