Tutti tirano la giacca al premier Conte per avere soldi. Col Recovery Fund all’Italia: 500 richieste di denaro dai ministeri, per cercare una fettina della torta dei 20 miliardi di euro degli aiuti dall’Unione europea. Stando alla tabella di marcia (riporta il Sole 24 Ore), entro il 27 settembre sarà definito l’aggiornamento del quadro macroeconomico. Per la prossima manovra di bilancio. Servono le linee guida del Recovery Plan nazionale, in previsione del complessivo piano di riforme e di investimenti che sarà trasmesso alla Commissione europea entro metà ottobre.
Quanti soldi all’Italia dall’Ue? Sui 209 miliardi. L’obiettivo è di ottenere un anticipo da utilizzare nella manovra di bilancio, pari al 10% della somma assegnata al nostro Paese, dunque attorno ai 20 miliardi. Per il resto le tranche del Recovery Plan cominceranno ad affluire a partire dalla prossima primavera e saranno vincolate all’effettivo raggiungimento di quanto previsto dal Piano nazionale. Per il rilancio post Covid.
Intravvediamo di certo una soluzione per spendere quei quattrini in modo intelligente e proficuo: una decina di miliardi per gli incentivi auto. Come ci insegna la Francia. Con lo scopo di rilanciare economia e Pil. Il Governo sarebbe intenzionato a fissare attorno al 9-9,5% la previsione relativa alla contrazione del prodotto per l’anno in corso (rispetto al -8% previsto dal Def di aprile). Con il debito che già viaggia verso il 157/158% del Pil e il deficit che dovrebbe attestarsi attorno al 12%.
Ci sono 500 progetti provenienti dal diversi ministeri coinvolti. L’auspicio è che non ci siano bonus stile assistenzialismo fine a se stesso. Occorre ragionare come i Paesi frugali del Nord Europa, senza provincialismi né manovre acchiappa-voti. Soprattutto al Sud. Sì a investimenti “green” e diretti alla transizione energetica, priorità alle infrastrutture materiali e immateriali, risorse per il digitale, riduzione della pressione fiscale.